I conigli nani sono adorabili creature che portano gioia e affetto nelle case di molte persone. Questi piccoli amici sono noti per la loro dimensione ridotta che li rende adatti anche a spazi limitati, e per il loro carattere affabile. Il loro aspetto carino, con orecchie lunghe e musetto morbido, fa sì che siano completamente irresistibili.
La scelta del coniglio nano giusto è il primo passo per garantire una vita felice e sana al nuovo animaletto a quattro zampe. Infatti, prima di adottarne uno, è fondamentale attenzionare alcune questioni cruciali.
Innanzitutto, è necessario considerare la razza. Ognuna di esse possiede differenti caratteristiche fisiche e comportamentali ed è importante scegliere quella che meglio si adatta al proprio stile di vita. Inoltre, è giusto valutare nella scelta anche l’età: i cuccioli richiedono maggiore attenzione e addestramento, mentre i conigli adulti, possono essere più facili da gestire.
Così come accade per gli essere umani, anche il carattere dei conigli nani può variare da individuo a individuo e da razza a razza. Ma vi sono alcune caratteristiche che rimangono comuni:
Una volta che si è pronti ad adottare, bisogna essere certi di poter offrire loro un corretto e sano stile di vita, cominciando da un’alimentazione che riesca a soddisfare le loro esigenze nutrizionali specifiche.
La loro dieta deve includere: fieno (la principale fonte di fibre, essenziale per la loro digestione), pellet di alta qualità (con moderazione per evitare l'obesità), verdure fresche come spinaci, carote e broccoli e tanta acqua.
Al contrario, è importante evitare alimenti come cioccolato e cibi ad alto contenuto di zucchero e di amido, che sarebbero tossici per il loro organismo.
Oltre al nutrimento, vi sono delle attività essenziali per salvaguardare la loro salute, quali:
Per prendersi cura del proprio coniglio nano è importante creare nelle proprie case un ambiente sicuro anche per loro. Includendo, ad esempio, una gabbia adeguata che sia abbastanza grande da consentire al coniglio di muoversi facilmente e un’area di gioco, dove possa esplorare e giocare in libertà.
I conigli nani sono animali curiosi ed intelligenti, che hanno bisogno di giocare e socializzare con i propri padroni. Tenere in casa dei giochi sicuri ed interattivi che riescano a stimolare la loro mente è essenziale. I più adatti per questi pelosi amici a quattro zampe sono:
Considera che i conigli nani vivono in media da 7 a 12 anni e richiedono cure attente e quotidiane. Seguendo questi piccoli consigli, potrai offrire al tuo animaletto una lunga vita felice e sana, arricchendo la tua casa con la sua affettuosa presenza.
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I cani sono da sempre considerati i migliori amici dell'uomo: la loro lealtà e la fedeltà li rendono compagni ideali per chiunque. Esistono numerose razze di cani e chi li ama e li conosce bene sa che molte di esse presentano un carattere ben definito.
Gli studiosi dell’University of Arizona hanno pubblicato in anteprima su Biorxiv il loro studio denominato “Highly Heritable and Functionally Relevant Breed Differences in Dog Behavior”, nel quale hanno dimostrato quanto i geni delle specie canine influenzano i loro comportamenti.
Infatti, alcuni di questi sono ben noti semplicemente dalla razza, ad esempio:
Scegliere il proprio cucciolo ed accoglierlo tra le mura domestiche è una decisione importante che richiede un’accurata riflessione. Per questo è necessario fare valutazioni che possono incidere sul suo benessere, come ad esempio:
Inoltre è bene tenere a mente che il carattere del cane tende a subire diverse trasformazioni nel corso del tempo. Durante i primi mesi di vita, i cuccioli tendono ad essere giocosi, curiosi e imprevedibili. Con il passare del tempo e con l'addestramento, il loro carattere si sviluppa ulteriormente, infatti:
Molto spesso la scelta della razza del tuo cane riflette aspetti della tua personalità e del tuo stile di vita. Se hai scelto una razza di cane adatto al lavoro o all'attività fisica, potrebbe suggerire che sei una persona dinamica, energica e che ama le sfide. Se, invece, hai scelto una razza di cane più adatta alla compagnia e al relax, potrebbe indicare che sei una persona calma, amorevole e che apprezza momenti di tranquillità.
Scegliere un cane è una decisione importante e le diverse razze canine hanno caratteristiche uniche dalle quali dipende anche la connessione speciale tra te e il tuo animale domestico. Ricorda che ogni cane è un essere vivente con la propria personalità, quindi trattalo con amore, cura e rispetto per costruire un legame duraturo e felice.
Giocare con il proprio gatto è molto più che una semplice attività ricreativa, è un momento fondamentale qualunque sia la loro età. Oltre a fornire divertimento e intrattenimento, ha numerosi vantaggi per il benessere fisico e mentale dei nostri piccoli animali ed è anche un ottimo metodo per rafforzare il legame con i padroni, migliorandone la relazione.
Ci sono numerosi giochi divertenti e stimolanti che si possono fare con il proprio gatto, come per esempio:
É bene tenere presente che i gattini più piccoli necessitano più attenzioni e giochi adattati alla loro età, che favoriscano lo sviluppo delle loro capacità motorie e cognitive. Potrebbe essere un’ottima idea regalare al nostro gattino un piccolo peluche da mordicchiare, ma anche una semplice pallina può risultare molto divertente per i cuccioli: possono inseguirla, saltarci sopra e giocarci per ore.
Non esiste un gioco che sia perfetto per tutti i mici, ogni gatto è diverso e ha i suoi gusti e le sue preferenze. Alcuni adorano inseguire le palline, altri preferiscono giocattoli che possono mordere e strappare, altri ancora amano arrampicarsi sugli indispensabili tiragraffi. Basterà osservare attentamente il comportamento del nostro animaletto per scoprire quali giochi preferisce.
Attraverso il gioco, permetterai al tuo gatto di mantenere una buona salute e sarà oltretutto un’occasione per rafforzare il vostro legame, creando momenti di gioia e complicità.
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L'estate è il periodo perfetto per trascorrere piacevoli momenti all'aperto con i nostri amici animali. Tuttavia, le alte temperature non sono gradite solo a noi, ma anche a fastidiosi parassiti come pulci e zecche, che possono causare problemi di salute ai nostri pelosetti a quattro zampe.
Questi sgradevoli parassiti, seppur simili, presentano delle differenze distintive. Le pulci e le zecche sono entrambe parassiti esterni, le prime sono insetti piccoli, neri e senza ali che si nutrono del sangue degli animali. Le zecche, d'altra parte, sono aracnidi con otto zampe, di colore marrone scuro o nero, che oltre al sangue degli animali, si nutrono anche di quello degli esseri umani.
Le pulci e le zecche non sono solo fastidiose, ma possono anche trasmettere malattie pericolose agli animali colpiti. Alcune delle più comuni trasmesse dalle pulci sono:
Parassiti come le zecche, invece, possono essere causa di ehrlichiosi che generano nell’animale febbre e dolori articolari. Tale malattia provoca un’infezione dei globuli rossi, compromettendone il funzionamento e distruggendo le piastrine, arrivando a causare la morte dell’animale infetto.
Nonostante le pulci e le zecche possano essere presenti in tutti i periodi dell’anno nelle abitazioni a causa delle favorevoli condizioni ambientali, sono molto più comuni nei mesi caldi, durante i quali i cani che frequentano spazi aperti come parchi o prati sono più suscettibili all'infestazione.
È fondamentale prendere sul serio la presenza di pulci e zecche ed intervenire subito qualora dovessimo riconoscerne la presenza attraverso sintomi come: prurito intenso, perdita di pelo o piccole macchie rosse o nere sulla pelle dei nostri animali.
Purtroppo, questi parassiti sono diventati sempre più resistenti ai prodotti chimici tradizionali. Pertanto, se si sospetta che il cane o il gatto siano stati attaccati è opportuno contattare il veterinario, che sarà in grado di consigliare i prodotti più adatti, come lozioni, spray e collari specifici.
Quando si sceglie tra prodotti chimici e naturali, è importante considerare lo stato di salute dell'animale. Se il cane o il gatto ha allergie o una cute particolarmente sensibile, potrebbe essere preferibile optare per prodotti naturali, come quelli a base di olio di neem, che hanno un'azione lenitiva. Tra i prodotti chimici più comuni, invece, ci sono quelli a base di fipronil o fipronil + (S)-methoprene, che possono essere utilizzati sia per i cani che per i gatti.
In ogni caso, la prevenzione rimane l'approccio più efficace nella lotta contro pulci e zecche. É fondamentale effettuare regolari controlli sul nostro amico a quattro zampe, specialmente al ritorno da una passeggiata all'aperto. Altrettanto importante è il trattamento periodico dei cani e dei gatti con un antiparassitario specifico, non limitandosi solamente al periodo estivo, ma estendendo la protezione per tutto l'anno.
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Un sorriso splendente non è solo un segno di salute per noi esseri umani, ma lo è anche per i nostri amici cani. L'igiene orale è fondamentale per il benessere generale del cane e può aiutare a prevenire una serie di problemi dentali.
Prova ad immaginare cosa potrebbe accadere se smettessi di lavare i denti per giorni, mesi o anni. Ecco, la stessa cosa succederebbe al tuo cane.
Se non si presta attenzione all'igiene orale del cane, si possono verificare una serie di problemi dentali che possono causare dolore e fastidio al nostro amico a quattro zampe.
L'accumulo di placca batterica provoca alitosi e formazione di tartaro in grado di causare infiammazione delle gengive e, nei casi più gravi, il danneggiamento delle radici dei denti.
È importante abituare il cane alla pulizia dei denti fin da cuccioli, in modo che sia avvezzo al processo e si senta a suo agio. Se si tratta di un cucciolo, è l’ideale iniziare con l’igiene orale intorno ai 2-3 mesi di età. Se invece è un cane adulto non abituato alla pulizia dei denti, bisogna introdurre gradualmente la routine permettendogli di familiarizzare con lo spazzolino e il dentifricio per cani, ad esempio arrotolando una garza sul dito passandola sui suoi denti per qualche secondo.
Esistono diverse opzioni per lavare i denti del cane in modo naturale, riducendo l'uso di prodotti chimici aggressivi. Ecco alcuni pratici consigli:
Sarebbe l’ideale effettuare la pulizia una volta al giorno, o se non fosse possibile, almeno 3 volte a settimana. Inoltre, il tartaro tende ad accumularsi maggiormente sui denti posteriori e sui canini ed è lì che bisogna prestare maggiore attenzione.
Se il cane ha accumulato tartaro sui denti, potrebbe risultare necessario un intervento professionale del veterinario per rimuoverlo completamente, attraverso una pulizia dentale approfondita sotto anestesia.
L'igiene orale del cane è essenziale per mantenere una buona salute generale e prevenire problemi dentali dolorosi. Segui i consigli sopra indicati per assicurarti che il tuo cane abbia un sorriso splendente e una bocca sana e non dimenticare di ricompensarlo con un premio una volta finito, in modo da associare nei suoi ricordi la pulizia ad un evento positivo!
Nei punti vendita ZooService di Palermo e Trapani troverai un grande assortimento di prodotti di qualità selezionati con cura e con il miglior rapporto qualità-prezzo, che ti permetteranno di tutelare al meglio il benessere del tuo amato animale domestico.
Per celebrare la giornata mondiale dei sordi abbiamo deciso di dedicare un articolo a una categoria di lavoratori instancabili, agli Hearing Dogs, cani addestrati ad aiutare sordi e ipoacusici nella vita di tutti i giorni.
Gli Hearing Dogs, infatti, sono cani da utilità che vengono addestrati a riconoscere vari rumori, avvisare con un tocco il loro proprietario e condurlo alla fonte del suono che si tratti del campanello di casa, del timer del forno o di una persona che lo sta chiamando.
Per diventare Hearing Dogs i cani seguono un percorso di selezione che tiene in considerazione vari parametri quali: il temperamento, la reattività al suono e la volontà di lavorare.
Dopo aver superato le prove iniziali, vengono addestrati all’obbedienza di base ed esposti alle cose che dovranno affrontare nelle aree pubbliche, come ascensori, carrelli della spesa e diversi tipi di persone e addirittura ad allontanarsi e fare allontanare il loro umano da una determinata fonte acustica, ad esempio dagli allarmi antincendio. Sono davvero dei super cani!
È da tenere presente che tutti i cani, come gli esseri umani, possiedono la capacità d’imparare il linguaggio dei segni (LIS). Tale abilità può essere appresa a qualunque età (ad esempio è possibile insegnare il linguaggio dei segni ai cani sordi o che hanno perso l’udito con l’avanzare degli anni) e stabilisce un legame profondo tra il cane e il suo umano.
Durante il periodo estivo è necessario prendere alcuni accorgimenti per accudire il cane al meglio e proteggerlo dal caldo. Infatti, qualora per inesperienza non lo si protegga adeguatamente, si può incorrere in alcuni problemi per la salute del proprio amico a quattro zampe.
Ecco alcuni consigli estivi per proteggere il cane dal caldo:
Fornitegli un riparo fresco
Se il vostro cane sta al di fuori della vostra abitazione, premuratevi di fornirgli un riparo in cui possa rifugiarsi per stare al fresco. Nel caso in cui non abbiate questa possibilità, almeno durante le ore più calde della giornata fate entrare il cane in casa di modo che non soffra il caldo esterno.
Non lasciate il cane in auto in estate
Lasciare il cane ad aspettare in auto mentre si svolge qualche commissione veloce è un'abitudine di molti. Si tratta di una consuetudine solitamente senza rischi nei mesi freschi dell'anno. Ma quando arriva l'estate, le temperature diventano proibitive. Pensate che l'abitacolo della macchina può raggiungere temperature di quasi 70°C!
Spazzolate il cane per alleviare il calore
Spazzolare il pelo del cane è un'operazione che rinfresca il nostro amico a quattro zampe. Pettinandolo si eliminano i peli morti e vecchi che però sono ancora rimasti attaccati alla pelle. Rimuovendoli, l'animale si rinfrescherà.
Mantenete la giusta idratazione
Con l'aumento delle temperature anche il bisogno di acqua aumenta. Così, abbiate cura di tenere la ciotola dell'acqua sempre piena di acqua fresca. E se per caso dovesse capitarvi di uscire per qualche ora, considerate che una sola ciotola potrebbe non bastare al fabbisogno del cane: predisponetene due, di modo che il suo equilibrio idro-salino sia sempre rispettato.
Attenzione ai parassiti
In estate è bene proteggere il proprio cane da piccoli animali parassiti, come zecche e pulci. Ricorrete a trattamenti antiparassitari regolari, secondo le indicazioni del vostro veterinario.
Inumidite il pelo del cane
Per alcune razze di cane non è necessaria la tosatura del pelo. Il manto è per loro una protezione sia dal caldo che dal freddo. Prima di decidere se tosare o meno il vostro animale chiedete al veterinario. Per rendere ancora più efficiente questo naturale mezzo di protezione, potete inumidire il manto con un po' d'acqua, ad esempio prima di uscire per una passeggiata.
Sono sempre i nostri fedeli amici e, soprattutto in questo periodo, ci hanno aiutato a rendere più piacevole il nostro confinamento in casa tra giochi e coccole e, a dirla tutta, grazie a loro siamo anche usciti a prendere una boccata d’aria per la passeggiatina quotidiana.
La pandemia in atto e le attuali disposizioni precauzionali hanno cambiato enormemente le nostre abitudini e il nostro stile di vita e , di conseguenza, anche quelle dei nostri amati pelosi che non sono in grado di gestire da soli le novità
Anche loro si sono resi conto che c’è qualcosa che non va. C’è un atmosfera diversa e ci sono cambiamenti nelle loro abitudini e nella vita quotidiana – ad esempio, tutti i membri della famiglia sono a casa… sempre!
Il confinamento a cui siamo stati tenuti ci ha costretti a grossi cambiamenti che hanno causato forti stress. Alla stessa maniera i nostri cani (ma anche i gatti) hanno bisogno di prevedibilità e comportamenti coerenti, e ogni volta che c’è un cambiamento improvviso anche loro si stressano.
Pian piano però le nostre vite torneranno alla solita routine scandita dagli orari di lavoro e anche i nostri amici si dovranno riabituare a non vederci tutto il giorno e a non trascorrere più tanto tempo con noi.
Occorre prepararli e accompagnarli al “ritorno alla normalità” consentendogli di trascorrere un po’ di tempo da soli. È un processo graduale che insegna all'animale che le assenze possono essere una forma di sicurezza. Qualcosa che si può fare anche in piccoli appartamenti, con brevi separazioni in alcuni spazi della casa, lasciandolo ad esempio in una stanza, mentre noi ci muoviamo altrove o facendo delle finte uscite sul pianerottolo di casa.
Se abbiamo iniziato a giocare un po’ di più con i nostri animali in questo periodo, loro ne saranno molto contenti. Quindi, dopo il rientro al lavoro, cerchiamo di mantenere quei momenti di gioco e di non tornare alle vecchie pigre abitudini. Ma, se non è possibile, allora è il caso di ridurre gradualmente le attività che facciamo insieme a cani e gatti durante la fase due.
Quando si parla di addestramento di animali il pensiero corre subito al cane: si tende infatti a pensare che i mici siano troppo indipendenti per poter ricevere indicazioni o eseguire comandi. Invece l'addestramento di un gatto è possibile, anche se sicuramente più difficile.
Attenzione, però: addestrare un gatto non significa educarlo. Un gatto educato è un gatto che segue le normali regole casalinghe che l'addomesticamento richiede per una sana convivenza, come il non saltare sul tavolo mentre si mangia, non distruggere gli oggetti, non fare agguati pericolosi agli ospiti o non fare i bisogni fuori dalla lettiera.
Un gatto addestrato, invece, è un gatto che ripete determinati comportamenti dietro comando. Questi comportamenti non sono semplicemente guidati, sono a tutti gli effetti impartiti e richiedono un lungo periodo di pratica prima di essere eseguiti senza resistenze.
Per addestrare un gatto bisogna armarsi di molta pazienza e ricordarsi che si tratta di un animale molto differente dal cane, in termini di atteggiamento, istinto e obbedienza. Per tenerlo presente basta guardare alla storia: l'uomo iniziò ad addomesticare i gatti circa 9000 anni fa, allo scopo di fargli eliminare i topi.
L'uomo scelse i gatti per via delle loro spiccate abilità strategiche e per il talento nella caccia in solitaria, che i cani non possedevano. E già allora prese conoscenza di una cosa: i gatti agivano solo se ottenevano in cambio stimoli e cibo e si allontanavano (in alcuni casi definitivamente) se venivano ripresi.
Ancora oggi, il gatto risponde ai comandi alle stesse condizioni: non si accontenterà, come il cane, di una pacca sulla testa e non accetterà positivamente i rimproveri. L'unico modo per addestrare un gatto è contare sul rinforzo positivo, ovvero premiarlo con snack, bocconcini e lodi quando farà il gesto giusto.
Per esempio, se vogliamo addestrare il gatto a stare seduto, dobbiamo prendere in mano il bocconcino/snack e stargli di fronte, dicendo “Seduto” e facendogli comprendere qual è la posizione da assumere. Appena il gatto si siede occorre dargli subito il bocconcino.
Ripetere questo procedimento almeno due volte al giorno creerà un'associazione positiva, che porterà il Micio (con il tempo) a rispondere anche solo al comando, senza necessariamente ricevere il premio.
Il cane è davvero il miglior amico dell'uomo. A far allontanare questo assunto dallo status di luogo comune ci sono diverse ricerche che dimostrano che le nostre emozioni influenzano anche i cani, cambiando il loro modo di rapportarsi a noi.
Stando a quanto scoperto dai team di etologi, psicologi e comportamentalisti delle università di Lincoln e San Paolo, i cani sono le uniche creature in grado di riconoscere le emozioni umane, combinando informazioni provenienti da diversi sensi.
Con la vista i cani sono in grado di riconoscere le espressioni e distinguere tra rabbia, tristezza e felicità e con l'udito riescono a distinguere pianti, risate e singhiozzi, recependo la causa di questi “rumori”.
Infine, con l'olfatto riescono a distinguere diversi di tipi di stati emotivi, annusando ormoni e ferormoni che normalmente espelliamo con il sudore. Una volta identificato il nostro status emotivo, il cane cambia a sua volta atteggiamento.
Per esempio, un cane che sta a contatto con individui nervosi può manifestare a sua volta nervosismo o isteria, ringhiando agli estranei e talvolta reagendo male alle coccole. Un cane che invece vive in un ambiente rilassato e felice sarà più giocoso e sereno.
Ma non è tutto qui. Studi condotti all'Università di Vienna dimostrano che il cane cambia atteggiamento anche per venirci in soccorso quando siamo sopraffatti da alcune emozioni negative: in sostanza, può identificare una situazione di nervosismo e cercare di “salvarci”.
Per farlo tenterà di ripetere dei comportamenti che ha associato a momenti di relax e divertimento, che lui identifica come una soluzione ovvia per scaricare lo stress: può, per esempio, cercare di giocare, di saltare o di farsi rincorrere.
Lo stesso vale per situazioni di depressione, ansia e dolore. In questi casi il cane può cercare di aiutarci accoccolandosi, leccandoci e facendosi accarezzare: un modo tenero (e spesso efficace) per ricordarci che non siamo soli.
Non tutti lo sanno, ma il manto non serve solo a scaldare il nostro amico a quattro zampe: è anche una parte fondamentale del suo corpo, da curare con attenzione per garantire il suo benessere. Per questo spazzolare il pelo dei gatti è molto importante, sotto diversi punti di vista.
Si tratta di una pratica salutare sia per i gatti a pelo lungo che per quelli a pelo corto: serve a sciogliere eventuali grovigli e soprattutto a rimuovere lo sporco, il grasso e i peli caduti per via del ciclico rinnovo del manto.
Quest'azione di rimozione aiuta a prevenire i boli, ovvero gli ammassi di pelo non digeriti che il gatto tende poi a sputare, tossire o vomitare e che possono persino provocare dei blocchi intestinali.
L'azione della spazzola o del pettine stimola poi la circolazione sanguigna, migliorando le condizioni generali del derma e rimuovendo le cellule morte.
Guardando il quadro generale, inoltre, quando si spazzola regolarmente il pelo del gatto si ha la possibilità di tenere sotto controllo le condizioni della sua pelliccia.
Questo permette di scovare in tempo i parassiti, di trovare ferite prima che si infettino e persino di identificare segni di stress e di malattie del tratto digerente. Caduta di pelo, opacizzazione e alopecia possono infatti indicare che il gatto è nervoso, o che non è nutrito correttamente.
Per quanto riguarda il corretto spazzolamento, per i gatti a pelo lungo bisogna usare una spazzola con setole ultradelicate mentre per i gatti a pelo corto servirà un pettine in metallo. In entrambi i casi occorre muoversi con delicatezza, iniziando dall'addome per poi spostarsi alle zampe e al dorso, fino a concludere con la testa.
Bisogna sempre fare attenzione a seguire la direzione in cui crescono i peli: spazzolare contropelo provoca infatti una sensazione spiacevole, che può portare il gatto a fuggire. Dopo la spazzolatura è consigliato accarezzare il gatto con un panno di camoscio, che oltre a rimuovere ulteriori peli caduti darà lucentezza all'intero manto.
Dopo averlo tanto desiderato l'arrivo di un cucciolo in casa è sicuramente una grande gioia. Questo però non significa che sia tutto una festa: per accoglierlo al meglio è infatti necessaria un'accurata preparazione.
Prima del grande giorno bisogna ricordare che gattini e cagnolini tendono a essere molto curiosi e a buttarsi a capofitto nell'esplorazione, pertanto è necessario adeguare gli spazi. Provare a immaginare come il cucciolo vedrà e vivrà la casa non appena arriverà è il primo passo da fare per accertarsi che stia bene.
In primis, sono da spostare tutti i detergenti, gli acidi e i saponi pericolosi che si usano per pulire la casa, ricollocandoli verso l'alto o comunque in luoghi inaccessibili per il cucciolo, che potrebbe farsi male giocandoci o addirittura ingerendoli.
Occhio anche ai cavi elettrici scoperti: bisogna provvedere a metterli in sicurezza onde evitare spiacevoli incidenti. Se c'è la necessità, almeno per i primi tempi, di confinare il cucciolo in determinate aree è bene attrezzarsi con cancelletti e reti e accertarsi che nell'area a lui dedicata non ci siano pericoli.
Una volta adeguata la casa, bisognerà procurarsi tutto il necessario per fare in modo che il gattino o il cagnolino si trovino immediatamente a proprio agio, a partire dal cibo puppy, pensato proprio per la dieta dei più piccoli, e dalle ciotole per l'acqua e per il cibo.
Necessaria anche una cuccia che funga da tana/rifugio, con all'interno un cuscino comodo. La prima notte il cucciolo potrebbe avere paura, dunque sarebbe bene armarsi anche di borsa dell'acqua calda, che può fornirgli conforto.
Per i gattini andrà collacata anche una lettiera con l'apposita sabbietta, che nei primi mesi del cucciolo non deve avere un profumo non troppo forte. Ciotole, cuscino e lettiere vanno posizionate in luoghi possibilmente fissi, in modo tale che il cucciolo le prenda sempre come punto di riferimento.
Altri elementi imprescindibili sono il collare con la targhetta identificativa e, per il cane, un guinzaglio. Una volta in possesso di tutta questa “strumentazione” occorrerà solo ricordare che il cucciolo è molto fragile e tende a spaventarsi spesso: se è possibile è bene non lasciarlo solo per troppo tempo e non fare movimenti troppo bruschi, onde evitare stress.
Se il tuo gatto assume comportamenti diversi dal solito, è più svogliato o tende a leccarsi di più, potresti facilmente pensare ad un problema alimentare o ambientale, al calore in arrivo e altre patologie che lo portano a cambiare radicalmente il suo umore.
Contattare il veterinario è sempre giusto, poiché il problema di salute è sempre in agguato, ma spesso non si tratta di una malattia fisica quanto proprio umorale: semplicemente stress, proprio come quello che avvertiamo noi umani.
Un gatto stressato manda segnali che, purtroppo, sono fraintendibili come sintomi di altre malattie, ma in definitiva potrebbe trattarsi proprio di uno stato d’ansia, di noia o di reazione a cambiamenti, come trasferimenti, cambi di casa o modifiche della routine quotidiana che portano il felino a subire un calo d’umore.
Anche per loro esistono diversi stadi di stress, e un gatto un po’ stressato rispetto ad un gatto molto stressato si comporta in maniera molto differente.
Gli atteggiamenti e le caratteristiche fisiche di un gatto leggermente stressato sono: pupille normali o parzialmente dilatate; orecchie leggermente abbassate; postura da poco tesa a tesa; mento non poggiato a una superficie; miagolio triste; esplorazione eccessiva della gabbia; coda tenuta intorno al corpo, ma non aderente.
Un gatto molto stressato è facilmente riconoscibile da: pupille molto dilatate; postura di chiusura in sé stesso, con pelo, corpo e testa appiattiti; coda avvolta intorno al corpo; soffio di minaccia quando viene avvicinato; rintanato in fondo alla gabbia per essere lasciato solo; respirazione accelerata e tremore.
Se riconosci questi segnali, il veterinario resta il tuo migliore alleato per capire cosa sta turbando il tuo gatto e come tranquillizzarlo. Se non si tratta di un malessere fisico, dovresti rivedere la gestione casalinga della sua vita ed eventualmente provare con dei tranquillanti naturali, come i fiori di Bach o altri integratori alimentari che solo un professionista può consigliarti.
La dieta Barf, nata negli anni ’90, è diventata, recentemente, la più seguita da coloro che possiedono animali domestici, in particolare cani e gatti.
La dieta Barf (Biologically Appropriate Raw Food) è caratterizzata dall’utilizzo di carne cruda, con elevata quantità di ossa con polpa e organi animali, mixati a frutta, verdura, noci, oli, erbe e qualche volta anche ad uova e latticini. Inoltre, in alcune diete Barf, è previsto l’utilizzo di carboidrati per lo più derivanti da patate e legumi. Dunque, addio agli alimenti industriali e a quelli artificiali dove predomina l’uso di minerali e vitamine varie.
La dieta Barf viene scelta principalmente per evitare che l’animale domestico incorra in malattie gastrointestinali croniche e in allergie cutanee, ma i vantaggi non sono solo legati alla prevenzione dalle patologie.
evita l’uso di additivi chimici che rendono gli animali quasi assuefatti al cibo
mantiene i nutrienti dei cibi vivi
migliora la digestione e rende le feci di consistenza omogenea
migliora la salute dentale con una masticazione più lunga
migliora la lucentezza del pelo
migliora la forma fisica
Quando parliamo di dieta Barf bisogna anche ricordare l’importanza della conservazione dei cibi: osservare nel dettaglio la catena del freddo permette di abbattere al minimo i rischi microbiologici e, quindi, di evitare il sorgere di particolari malattie.
Abituare il proprio animale domestico alla dieta Barf non è sempre facile, per questo è consigliato l’aiuto da parte di veterinari, professionisti o venditori di alimenti per cani e non improvvisare in alcun modo.
Da Zoo Service è possibile trovare mangimi adatti alla dieta Pars, intesa come una valida e veloce base per iniziare ad intraprendere la dieta Barf e per indirizzare l’animale verso un’alimentazione in grado di tornare alle abitudini alimentari delle origini, ovvero a quelle dei loro antenati: i lupi.
Spazzolare il gatto non è un’abitudine molto comune, dal momento che i gatti sanno provvedere alla loro pulizia autonomamente, ma, a volte, risulta necessario.
Per farlo bene bisogna seguire delle piccole regole, in modo tale che spazzolare il gatto diventi meno stressante, sia per i gatti, che per i loro padroni.
Spazzolare il gatto, specie con l’arrivo della primavera, impedisce che questo perda molti peli, che si formino, di conseguenza, buchi sul suo manto e che abbia problemi digestivi dovuti all’ingerimento del pelo in eccesso.
La pratica dello spazzolamento varia a seconda che il gatto abbia un pelo corto o un pelo lungo.
Nel caso di un gatto a pelo corto si consiglia:
di effettuarla almeno una volta a settimana
di usare spazzole a denti duri, di metallo o plastica
di raccogliere il pelo con un guanto
Nel caso di un gatto a pelo lungo è consigliato:
di effettuarla una volta al giorno
di usare spazzole a denti larghi
di iniziare dalla pancia e finire con il dorso
di raccogliere i peli con un guanto di gomma
In entrambi i casi sarebbe opportuno approfittare dei loro momenti di relax per non spaventarli e di abituarli allo spazzolamento fin da piccoli, meglio se alla stessa ora del giorno. Inoltre è importante non andare mai con la spazzola in contropelo!
Spazzolare il gatto però, non deve essere un’abitudine che si sostituisca alla tolettatura e al controllo periodico di pulci e zecche. I gatti che vivono all’aperto hanno maggior bisogno di cure e di controlli veterinari, nonché di pulizia.
Da Zoo Service mettiamo la nostra professionalità e la nostra passione al servizio dei vostri gatti, prendendoci cura del loro pelo e della loro salute.
Il coniglio nano è un animale estremamente delicato e la maggior parte dei suoi problemi di salute viene da un'alimentazione scorretta o sbilanciata: per questa ragione è fondamentale tenere sempre a mente che il fieno è e rimarrà sempre il cibo più importante, quello che non dovrebbe mai mancargli.
Per far vivere a lungo il coniglio e farlo sempre stare bene, la sua alimentazione dovrebbe addirittura essere composta per l'80% dal fieno, cui si devono unire, per completare la dieta, del pellet di buona qualità (fino al 10% della dieta giornaliera), verdura fresca e piccoli snack.
Per comprendere quanto il fieno sia fondamentale per questo animale basta pensare alla sua vita in natura: erbivoro per eccellenza, il coniglio si nutre di piccoli fiori, di germogli, di foglie particolarmente tenere e di una quantità davvero elevata di erba fresca. Tutti alimenti ricchi di fibre e poveri di carboidrati e grassi.
Non potendo nutrire il coniglio nano con germogli freschi o erba di campo appena raccolta, l'alimento in commercio più adatto alle sue necessità è dunque il fieno, con il suo alto contenuto di fibre e sali minerali.
Il fieno ha molteplici ruoli: in primis favorisce lo sviluppo di una buona flora batterica e combatte i problemi gastrointestinali che, con i blocchi intestinali in testa, sono tra le cause più frequenti di morte dei conigli nani.
Poi, questo alimento consente al coniglio una lunga masticazione, che tiene sotto controllo i denti: la dentatura del coniglio non smette mai di crescere e un alimentazione con poca masticazione può provocare problemi di malocclusione con relative disfunzioni alimentari e problematiche respiratorie.
Il fieno prevede anche l'obesità e in commercio se ne trovano di diversi tipi, con diverse profumazioni e sapori che eliminano le possibilità di respingimento. Infine, garantisce all'animale una fonte di svago: la masticazione e il riordino di questo alimento aiutano il coniglio nano a tenersi impegnato, prevenendo così disordini comportamentali e depressione.
Il fatto che il cane o il gatto siano degli amici fedeli può portare all'errata convinzione che riescano a mangiare di tutto, esattamente come gli esseri umani. Di fatto così non è: per questo, per far seguire loro una dieta sana occorre scegliere spesso, se non sempre, dei mangimi grain free.
Infatti, per quanto gli animali domestici si siano adattati a notevoli cambiamenti nella loro dieta, il gatto è strettamente carnivoro mentre il cane può concedersi qualche piccola incursione nel mondo vegetale: nessuno di loro, però, è granivoro.
Questo significa che il loro corpo non è in grado di elaborare correttamente il grano e gli alimenti amidacei: la loro saliva non contiene l'amilasi, l'enzima in grado di scomporre questo tipo di ingredienti e si limita a facilitare l'ingestione.
Una volta ingeriti, i grani tendono ad occupare spazio dando al cane o al gatto un notevole senso di sazietà, senza di fatto apportare sostanze nutritive: già questo è un problema, perché vengono a mancare parte delle vitamine, dei sali minerali e soprattutto delle proteine necessarie per il corretto funzionamento dell'organismo.
Stando a diverse ricerche svolte su gruppi di animali domestici, cuccioli nutriti sempre con alimenti contenenti grandi dosi di grano hanno possibilità elevate di sviluppare problemi di tono muscolare, dentatura non sana, dermatiti croniche e perdita di pelo.
Per altro, più il gatto e il cane mangeranno alimenti contenenti grano, più avranno difficoltà a sentirsi sazi con altri alimenti, rischiando il sovrappeso e l'obesità, due condizioni che possono svilupparsi anche in seguito alla scomposizione del grano all'interno dello stomaco.
I succhi gastrici di cane e gatto sono infatti in grado di elaborare il grano, ma l'alto contenuto glicemico può portare a un continuo senso di fame e alla maggiore produzione di insulina, che può provocare patologie più gravi come il diabete. Gli alimenti grain free, possibilmente monoproteici, sono pertanto la soluzione più sana per cani e gatti di tutte le età.
Le prime due cose da fare quando si sceglie di convivere con un cane? Microchip e medaglietta. Il primo è ormai obbligatorio per legge, la seconda è un metodo veloce e utile per poter ritrovare facilmente il proprio cane nel caso si dovesse perdere.
Come scegliere la medaglietta del cane e cosa scrivere? Intanto, può essere di diversi materiali ma le più comuni sono in metallo. Sicuramente l’importante è che sia resistente e abbastanza grande da poter incidere sopra.
Di varie dimensioni, forme e colori, la medaglietta del cane rimane un metodo semplice per poter riconoscere un cane nel caso si fosse perso. Per questo motivo è importante far incidere le informazioni più utili: nome del cane, numero di telefono del padrone e indirizzo.
La prima cosa da indicare è, quindi, il nome del cane perché nel caso in cui fosse necessario identificare il cane, è possibile confrontare il nome scritto sulla medaglietta con quello registrato nella banca dati all’anagrafe canina.
Far incidere il nome del padrone è importante perché permetterebbe di essere contattati e collegare il nome al numero di telefono, ancora più importante naturalmente per entrare in contatto con il proprietario. Infine, l’indirizzo di casa è utile nel caso in cui chi trovasse il cane lo volesse riportare direttamente a casa.
Naturalmente, oltre che utile la medaglietta del cane può essere anche bella e divertente: c’è chi sceglie di impreziosirla con frasi o simpatici disegni. Più è grande il cane, più la medaglietta potrà essere grande, l’importante è che non gli dia fastidio.
A questo proposito, Zoo Service propone anche il servizio di incisione della medaglietta.
Si sa che il gatto è un animale molto territoriale: ama proteggere i suoi spazi, è indipendente e ama vivere perlopiù in solitudine. Per questo, secondo i veterinari e gli esperti in comportamento felino è sbagliato far utilizzare la stessa lettiera a due gatti che convivono nella stessa casa.
Proprio per i motivi sopra spiegati, i gatti non amano condividere la stessa lettiera. Al contrario, invece, nel caso in cui si avessero due gatti in casa l’ideale sarebbe avere tre lettiere.
Il motivo per cui ci sarebbe bisogno di una lettiera extra riguarda il fatto che spesso il gatto può scegliere un posto differente rispetto quello in cui avete installato la lettiera. Potrebbe avere un altro posto preferito dove rifugiarsi per i suoi bisogni.
Il luogo dedicato alla lettiera (o alle lettiere) deve essere scelto secondo ben precisi criteri: un posto tranquillo, appartato, lontano dal caos quotidiano e dai rumori, e soprattutto lontano dalle ciotole di acqua e cibo.
Caratteristiche importanti della lettiera: la dimensione e la pulizia. La cassetta del gatto, infatti, deve essere sempre grande il doppio di lui, in modo tale che possa muoversi liberamente e stare comodo durante i suoi bisogni.
In merito alla pulizia, è chiaro che tenere pulita la lettiera del gatto è vantaggioso sia per i gatti sia per l’uomo che deve conviverci. A questo proposito esistono in mercato le lettiere autopulenti che possono essere programmate fino a quattro pulizie giornaliere. Ciò che è fondamentale è la scelta della sabbietta che non deve essere profumata ma inodore.
Il personale di Zoo Service nei vari punti vendita è pronto a fornirvi le indicazioni adeguate in base alle vostre singole esigenze.
Partiamo da una precisazione, se il cane mangia il cibo per gatti per “errore” non c’è da allarmarsi. L’importante è che non diventi un’abitudine. Nonostante sia definito un animale onnivoro, infatti, l’alimentazione del cane va tenuta sotto controllo per evitare fastidiose conseguenze all’apparato digerente.
Mentre il gatto è un carnivoro, il cane per definizione, appunto, è un animale che può cibarsi di una varietà di alimenti. Non per questo però è possibile lasciare la tavola imbandita alla portata del cane, né fargli mangiare il cibo del gatto come abitudine.
Essenzialmente gatto e cane hanno un fabbisogno energetico differente, per questo motivo le scatolette o i croccantini destinati ai gatti conterranno un’elevata quantità di proteine, grassi animali o elementi come la taurina, arginina e cisteina. Essenziali al gatto, ma non al cane.
Al contrario, lui avrà bisogno di un’alimentazione tendenzialmente varia e di altre fonti nutritive oltre a quelle proteiche. Le esigenze fisiologico-nutrizionali dei due animali sono, quindi, notevolmente diverse.
Un’assunzione continua del cibo per gatti, potrebbe provocare problemi all’intestino del cane ma anche una sorta di assuefazione: potrebbe infatti abituarsi al cibo del gatto e non volere più il suo, sicuramente più adatto alle sue esigenze fisiche.
D’altronde, è necessario fare una selezione anche tra gli stessi alimenti per cani esistenti sul mercato. Leggere gli ingredienti è sempre una buona abitudine: cosa evitare? Zuccheri e un’eccessiva varietà di cereali, solitamente sono sconsigliati.
Solo un cibo studiato proprio per il cane può garantire l’assunzione di tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno. A questo proposito da Zoo Service è possibile trovare il cibo adatto al proprio animale (cane e gatto) e alle singole esigenze.
Tenere in casa i canarini significa considerare le loro necessità e pensare al loro benessere, a partire quindi dalla scelta delle gabbie. È importante scegliere una gabbia che rispetti le loro esigenze di spazio.
Vivere in una gabbia per un canarino è sempre una costrizione, per questo motivo è giusto scegliere un modello che renda loro la vita più “comoda” e senza stress.
Dimensioni, accessori e pulizia sono le tre parole chiave.
Le dimensioni della gabbia dovranno essere adatte all’apertura alare degli uccelli e al numero: ospitare più canarini nella stessa gabbia, significherà necessariamente sceglierne una più grande. Lo spazio a disposizione è fondamentale per preservare il loro benessere. Ma non solo, è importante che la gabbia abbia precise caratteristiche: deve essere rettangolare o quadrata (le forme squadrate danno sicurezza agli uccelli) e le sbarre devono essere ben distanziate tra loro per evitare che il canarino rimanga incastrato.
Importanti anche gli accessori. Occorre infatti posizionare dei posatoi (su piani sfalsati) per consentire ai canarini di sistemarsi e un’altalena per garantire loro il divertimento. Naturalmente, immancabili le mangiatoie (ancora meglio se esterne) e una vaschetta d’acqua.
Garantire una pulizia quotidiana è essenziale, per questo sul fondo va inserito un giornale o un cassettino estraibile con le sabbie adatte. Sarà utile anche un contenitore con acqua per il bagno dei canarini.
Ecco quindi tre elementi indispensabili per rendere piacevole la vita “domestica” dei canarini. Infine, da non dimenticare, anche l’esposizione della gabbia gioca un importante ruolo: privarli di un normale ciclo di luce sognale rischia di alterare in modo profondo la qualità della loro vita. Per questo è necessario posizionare la gabbia in un punto molto soleggiato e privo di luci notturne.
Nei punti vendita di Zoo Service è possibile trovare ampia scelta di gabbie per canarini, e grazie ai consigli degli esperti scegliere quella più adatta alle singole esigenze.
Come proteggere i mobili dal proprio gatto? La soluzione c’è: un tiragraffi. Si sa, i gatti amano arrampicarsi e hanno costante bisogno di “farsi le unghie”. Per questo motivo avere un tiragraffi in casa è un’ottima idea per evitare che i mobili diventino il loro gioco preferito.
Come scegliere il tiragraffi giusto? Per scegliere quello che sarà l’angolo di paradiso del proprio gatto, il posto dove andrà a rilassarsi o a rintanarsi, è importante badare a tre cose: l’altezza del tiragraffi, il luogo in cui è posizionato, la stabilità del gioco.
Più alto è meglio è: l’altezza è una caratteristica fondamentale per il tiragraffi del gatto. Deve svilupparsi in verticale e essere abbastanza alto da poter dare al gatto una visione di insieme della stanza in cui è. Ai gatti piace il “dominio” sul territorio, per cui un tiragraffi alto sarà il loro trono oltre un gioco.
Un luogo privilegiato: per lo stesso motivo spiegato sopra, per il gatto a cui piace il controllo è bene scegliere un luogo adatto al tiragraffi, dove potersi rilassare ma anche controllare ogni movimento circostante. Oltre questo, il luogo è importante anche perché quello sarà lo spazio in cui rilassarsi e rifarsi le unghie appena svegli. Altra zona strategica dove posizionare il gioco è vicino porte e finestre dove il micio può osservare anche fuori.
Sicurezza e stabilità: per garantire al gatto un momento di relax e di gioco, il tiragraffi deve avere una struttura stabile e sicura. Una struttura traballante e poco ferma, sarà solo un motivo in più per ritornare ai vecchi cari mobili o al divano più vicino per rifarsi le unghie.
In sintesi, scegliere un buon tiragraffi è semplice, basta seguire poche regole in base allo spazio in casa e alle abitudini del proprio gatto. Se all’inizio sarà indifferente, piano piano ne sarà incuriosito e poi prenderà sempre più confidenza, fino a diventare il suo posto più tranquillo.
Mantenere pulito l’acquario è il primo passo per garantire un ambiente salutare per i pesci, dai più comuni pesci rossi ai più ricercati pesci tropicali.
Per la manutenzione dell’acquario occorrono sia il personale impegno sia alcuni macchinari da mettere direttamente dentro l’acquario per controllare lo stato dell’acqua, la torbidità, la temperatura e tante altre caratteristiche.
Possiamo suddividere tutte le operazioni di manutenzione dell’acquario in base alla frequenza che richiedono.
Manutenzione dell’acquario quotidiana: prima di tutto si dovrà verificare giornalmente il corretto funzionamento delle apparecchiature. Tra queste verifiche rientrano quella del filtro, che deve essere sempre libero e non ostruito; la luce, che non deve presentare sfarfallii; il riscaldatore, per mantenere l’acqua alla temperatura ideale.
Se l’acquario non ha un timer per l’accensione della luce, bisogna ricordarsi di accenderla ogni giorno: pesci e piante hanno bisogno di almeno 8 ore di luce quotidiana. Ultimo lavoro quotidiano: controllare l’eventuale presenza di pesci morti e rimuoverli immediatamente.
Manutenzione dell’acquario settimanale: ogni sette/dieci giorni è bene eseguire un test di controllo dell’acqua per quanto riguarda pH, presenza di nitriti e nitrati e durezza.
Questi test si effettuano utilizzando degli speciali reagenti in vendita nei negozi di animali specializzati anche in cura dei pesci, come Zoo Service.
È previsto anche un parziale ricambio dell’acqua, e la pulizia dei vetri, che potrebbero essere sporchi di alghe.
Manutenzione dell’acquario mensile: alcune operazioni vanno eseguite una sola volta al mese, ma è importante non dimenticarsene per non far deteriorare alcune apparecchiature inserite all’interno dell’acquario.
Tra queste rientra il controllo e la sostituzione degli inserti del filtro e un accurato check delle tubazioni e degli schiumatoi.
Per tutti i prodotti e i reagenti che si usano per pulire l’acquario, bisogna controllare spesso la data di scadenza, oltre a danneggiare l’acquario, potrebbero verificarsi valori errati per via di reagenti scaduti.
Amare il proprio animale domestico significa anche sentire il bisogno di dargli da mangiare cibi di qualità. Dunque, qual è il modo migliore per capire se effettivamente le crocchette o le scatolette che stiamo acquistando rispondono a questa necessità?
La risposta può apparentemente sembrare semplice: leggere le etichette nutrizionali. Apparentemente, appunto, perché non sono le stesse di quelle per il cibo umano, dunque senza informazioni può essere difficile capire se un prodotto è migliore di un altro.
Per fortuna basta imparare alcuni piccoli trucchi per decifrare le etichette e scoprire se il cibo è davvero di qualità. Il primo trucco riguarda la posizione degli ingredienti.
Quelli elencati per primi sono quelli presenti in maggiori quantità nella pappa e devono essere carni: manzo, agnello, maiale, pollo. In alternativa possono essere pesci come salmone o tonno.
A proposito di questo, attenzione alle sigle generiche come “carne” “origine animale” o “pollame”: non sono mai sinonimo di qualità. Le carni usate devono essere identificate, altrimenti si rischia di dare al cane o al gatto pasti a base di scarti.
Dopo le carni o i pesci, può comparire un tipo di farina di carni (farina di pollo o di tacchino): si tratta di una fonte proteica che serve per tenere insieme le carni e contiene molte proteine. In terza e quarta posizione, invece, dovrebbero esserci delle verdure.
In generale, più è corta una lista di ingredienti, più si va sul sicuro: gli alimenti con una lista lunga possono comprendere allergeni o ingredienti potenzialmente dannosi.
Ottimi i cibi con zero o pochi carboidrati: cereali, mail, farina e soia possono essere contenuti nei cibi ma non devono mai essere gli ingredienti principali, perché cani e gatti non ne hanno bisogno.
Zoo Service propone un'ampia gamma di prodotti di qualità, con tante proteine e pochi ingredienti aggiuntivi. In caso di dubbi, sarà il personale a fornire consigli sulla pappa più adatta al cane e al gatto.
Che Fido sia entrato da poco in casa o che sia un compagno di vecchia data, poco importa: ci si ritroverà al punto di chiedersi se è possibile fargli il bagno in inverno. La risposta è sì e non importa se il cane è di grossa, media o piccola taglia: l'importante è sapere come fare.
In primis, bisogna sapere che durante l'inverno occorre indiscutibilmente lavarlo all'interno. Come gli esseri umani, infatti, i cani possono soffrire di ipotermia, quindi è fondamentale lavare il cane solo in condizioni adeguate.
Una volta portato Fido nella stanza in cui si farà il bagnetto, si deve controllare la temperatura dell'aria: l'ambiente deve essere caldo prima, durante e dopo il bagno, così come deve essere calda la temperatura dell'acqua. D'estate sicuramente il cane si diverte a sguazzare in quella fredda, ma durante l'inverno è pericoloso dargli questa possibilità.
Per lavare il cane in inverno è consigliabile distanziare i lavaggi tra loro e soprattutto fare dei bagnetti veloci. Poi, occorre tenere degli asciugamani spessi a portata di mano: dopo il bagno bisogna attendere che Fido si scuota per eliminare l'acqua in eccesso presente sul pelo e subito dopo usare gli asciugamani per assorbire l'acqua rimanente. Una volta fatto, il phon farà il resto.
In linea di massima fare il bagno al cane in inverno non è difficile, ma possono esserci alcune controindicazioni: se Fido non viene asciugato bene sentirà parecchio freddo durante le sue passeggiate e potrà ammalarsi. Per questo è consigliato lavare il cane in una giornata soleggiata e di mattina, in questo modo il cane avrà tutto il tempo per asciugarsi bene prima che cali la sera.
Lavaggi self service autorizzati, come quelli di Zoo Service, mettono a disposizione vasche e attrezzature di alta qualità, evitando in questo modo creare disordine in casa.
Il lavaggio self-service permette inoltre di non lasciare Fido nelle mani di estranei e dunque di non farlo spaventare. In più, all'interno di Zoo Service si possono acquistare prodotti lavaggio di qualità, che si possono portare anche ai lavaggi seguenti.
Anche se indiscutibilmente il carattere del gatto è strettamente legato al suo background e alle sue abitudini, pare che anche il colore del pelo abbia la propria influenza.
Tra la melanina e la dopamina nel gatto ci sarebbe infatti un legame diretto: le molecole biologiche che stabiliscono la pigmentazione influenzerebbero il neurotrasmettitore e viceversa, dando vita a un tipo di personalità piuttosto che un'altra. Ma vediamo tutti i tipi di carattere.
Pare che i gatti grigi discendano tutti da un piccolo gruppo di gatti selvatici africani che pur essendo stati addomesticati circa 10.000 anni fa hanno mantenuto un carattere indipendente. Si tratta di gatti abbastanza solitari, con la la tendenza a giocare in modo aggressivo.
La maggior parte dei gatti bianchi hanno un alto rischio di sordità congenita. Addirittura quelli con gli occhi azzurri nascono sordi. In genere hanno disturbi della vista e della pelle. Per queste ragioni sono generalmente molto timidi e tendono a seguire il padrone dappertutto.
I gatti neri hanno tratti genetici simili a quelli grigi: sono indipendenti e selvaggi e possono essere imprevedibili. Alternano momenti di grande dolcezza a momenti di solitudine. Hanno la tendenza a girovagare e uno spiccato spirito d'esplorazione.
I gatti arancioni sono solitamente maschi. Per uno strano scherzo della genetica, le femmine sono presenti con un rapporto di 1 su 5. Tendono a essere particolarmente espressivi, miagolano e chiedono coccole in maniera molto frequente. Hanno un'indole dolce e molto tenera.
I gatti bicolori sono abbastanza intraprendenti e intelligenti. Hanno una spiccata attitudine alla caccia e non sono tra i più affettuosi. Nonostante questo, riconoscono gli amici umani e stringono con loro un legame unico e fedele, che difenderanno sempre, anche manifestando gelosia.
In generale i gatti tricolori o tartarugati sono molto espressivi e assertivi. Miagolano molto, tendono a essere affettuosi e a stringere un legame particolare con uno dei membri della famiglia, legandosi non in modo esclusivo ma sicuramente molto stretto.
Le analisi su manto e carattere sono state svolte da diversi esperti e sono state per lo più basate sull'osservazione e sul rilevamento di tratti comuni su gruppi di gatti dello stesso colore.
Gli inseparabili sono tra i più diffusi pappagallini domestici presenti nelle case degli italiani. Quando si adotta un pappagallo si deve tenere ben presente cosa mangiano e di cosa hanno bisogno ogni giorno per crescere in salute.
Vediamo nel dettaglio di cosa si nutrono, partendo da come dovrebbe essere strutturata la loro dieta.
L’alimentazione quotidiana degli inseparabili va suddivisa in 75% di mangime, 20% frutta e verdura e il restante 5% per premi da dare al pappagallo nei momenti di gioco e relax.
Da Zoo Service è possibile trovare mangimi già completi per l'alimentazione degli inseparabili. Il mangime contiene semi, vitamine e sali minerali. I semi contenuti nei mangimi variano a seconda della razza del pappagallo e in funzione del loro stile di vita. Solitamente troviamo scagliola, avena, miglio, grano saraceno, frumento, sorgo, risone e altri cereali.
Nel caso degli inseparabili potremmo trovare più o meno semi oleosi, come quelli di girasole, o grassi, come quelli di canapa e le arachidi, a seconda del loro habitat naturale: avranno bisogno di più energie se vivono fuori, al freddo, e se il loro spazio è più grande di una piccola gabbia, quindi faranno più movimento.
Oltre al mangime, un’altra componente fondamentale della loro alimentazione è rappresentata dalla frutta e dalla verdura: mela, pera, fichi, agrumi, kiwi, albicocche sono tutti ben graditi dagli inseparabili.
Tra le verdure somministrabili troviamo i pomodori, le carote, gli spinaci, l’indivia e il cavolo. La lattuga ha un leggero effetto lassativo, quindi meglio non esagerare.
Se avanzano dei cereali dalle cotture casalinghe possiamo riutilizzarli per formare il pastoncino. Questo mix di cereali come riso, grano e mais viene molto apprezzato dagli inseparabili ed è ottimo per la somministrazione degli integratori, da inserire nella miscela.
Spesso non si è esperti sull'alimentazione di pappagalli, il personale di Zoo Service è pronto a consigliarti l'alimentazione migliore per il benessere dei tuoi inseparabili.
Possedere animali acquatici in casa richiede impegno, dedizione e spazi ad hoc: che si tratti di pesci, molluschi o creature simili, questi necessitano di vivere all’interno di un acquario, una struttura “importante”, che oltre a rivelarsi un ottimo complemento d’arredo necessita di attenzioni.
Ovviamente, trattandosi dell’habitat di esseri viventi, l’acquario necessita di essere costantemente pulito, per evitare di sottoporre gli animali a rischi di malattie, infezioni e perdita di vitalità.
Non quotidianamente, ma per il bene degli inquilini di questo ecosistema ricreato, occorre pulire l'acquario almeno ogni due settimane, salvo eccezionali casi di necessità.
Per fare un lavaggio profondo, si rende necessario il trasferimento temporaneo dei pesci altrove. Successivamente, la prima azione da fare è sospendere l’alimentazione elettrica, togliendo la corrente alle apparecchiature e assicurandosi che filtri e altri meccanismi siano fermi.
Poi, è il caso iniziare a pulire le pareti dell’acquario con l’apposita spugna-calamita. Consigliato l’uso esclusivo di acqua calda, ma, in caso di sporco ostinato, ok all’impiego moderato di sapone di Marsiglia, ricordandosi di risciacquare il tutto in maniera precisa.
I filtri vanno invece trattati separatamente, sotto acqua tiepida, servendosi magari di un pennellino per raggiungere tutti gli angoli e le superfici più interne. Infine tutt’altro che secondaria è l’attenzione da prestare all’igiene di piante, oggetti ornamentali e altri elementi decorativi presenti all’interno dell’acquario. Anche in questi casi, è bene servirsi dell’acqua calda, eventualmente accompagnata da un minima quantità di sapone Marsiglia.
Ma oltre a questa pulizia profonda, da effettuare almeno con cadenza bisettimanale, è consigliabile dare una ripulita più superficiale all’acquario già dopo sette giorni dall’ultimo lavaggio. In questo caso, i pesci e gli altri inquilini possono restare al proprio posto. Bisogna quindi svuotare l’impianto per i ¾ della sua acqua, lasciandone la giusta quantità che possa garantire la sopravvivenza agli animali acquatici presenti. L’acqua “nuova” pulita e preferibilmente a temperatura ambiente, dovrà essere poi reintegrata in maniera graduale.
I gatti sono fra gli animali domestici più amati, felini particolarmente affascinanti, dalle infinite varietà e combinazioni di colore. Una delle varietà più amate è sicuramente il gatto arancione.
Il loro legame tra gatto e uomo è assai antico: si consideri infatti che vennero addomesticati dagli egizi molto prima dei cani, già nel IV millennio a.C. Questa ed altre civiltà del nord Africa ne fecero col tempo dei veri e propri simboli religiosi, sacri e da venerare.
Di gatti ne esistono un’infinità di varietà e combinazioni di colore, date dai mille incroci possibili. Talvolta, le varietà genetiche fanno sì che anche all’interno della stessa cucciolata ce ne siano di estremamente diversi. Il colore però non deve essere identificato con la razza, che è cosa ben diversa. A definire quest’ultima sono invece caratteristiche fisiologiche e genetiche di altra natura. Così, è possibile imbattersi in gatti del medesimo colore ma di razze totalmente diverse.
Una delle varietà cromatiche più amate e ricercate è senza dubbio il gatto arancione. Sebbene non esistano verità scientificamente attestate a determinare un legale fra colore e carattere del felino, molti appassionati sono convinti che che i gatti arancioni siano i più affettuosi e socievoli. A loro vengono anche associate altre qualità “caratteriali”, come la dolcezza e la pigrizia.
Sembra che adorino per natura le coccole, ma che non amino essere presi in braccio. E’ opinione diffusa che i gatti arancioni risultino tutti di sesso maschile, anche se si tratta di una notizia falsa. La combinazione cromosomica porta sì a generare in prevalenza cuccioli maschi, ma è altresì vero che il 30% nasce comunque femmina. Dato certo è invece che i gatti arancioni vengono adottati più facilmente degli altri.
A favorire il feeling potrebbe essere la costante presenza di questo felino nella cultura popolare. E’ arancione Garfield, il protagonista indiscusso dei fumetti anni ‘80, poi diventato anche un “divo” di tv e cinema. Ma di tale varietà cromatica si parla anche nel Vangelo, con la leggenda che vuole far risalire il comune segno di “M” idealmente tracciato sul pelo di molti felini arancioni a un bacio della Madonna.
Il personale di Zoo Service, nei vari punti vendita, è sempre a disposizione per eventuali chiarimenti e suggerimenti per l'acquisto dei prodotti adeguati alle singole esigenze di ogni animale.
Negli ultimi anni, trovandosi a scegliere quale animale accogliere in casa, sono sempre di più le persone che decidono di andare oltre la “tradizione” del cane e del gatto, preferendo adottare un coniglio.
Affettuoso, simpatico e dolce, si tratta di un ottimo animaletto da compagnia. Sebbene le sue dimensioni potrebbero far pensare che allevarlo sia estremamente semplice, prendersi cura di un coniglio si rivela – nel tempo - una faccenda tutt’altro che sbrigativa: occorre infatti trovargli la tana più adatta, gestirne correttamente l’alimentazione e monitorare costantemente lo stato di salute.
La scelta della gabbietta – ad esempio – è un atto che richiede particolari attenzioni. Sarà lì, infatti, che l’animaletto passerà gran parte delle sua giornate e occorre quindi che sia ampia e confortevole. Le più adatte sono quelle che misurano almeno 70x50x50 centimetri, ma in commercio se ne possono trovare di tutte le forme e dimensioni. Al suo interno è necessario che sia sempre presente una vaschetta ad hoc in cui il coniglio potrà fare liberamente i propri bisogni, lasciando pulito il resto della gabbietta. Deve essere riempita di trucioli pressati e va ripulita quotidianamente. Da non dimenticare assolutamente un abbeveratoio di almeno mezzo litro, una ciotola in cui lasciare il mangime e un panno di cotone con funzione di “cuccia”, che permetta all’animale di riposare serenamente durante la notte.
Un capitolo a parte riguarda invece l’alimentazione: il coniglio va nutrito con frutta (senza semi) e determinati tipi di verdure. Da evitare assolutamente la frutta secca.
Per garantire la salute dell’animale è necessario prevenire alcune malattie a carattere infettivo come la mixomatosi. A tal proposito diventa di fondamentale importanza la vaccinazione, le cui tempistiche e cadenze devono essere concordate con il medico veterinario.
Il personale di Zoo Service, nei vari punti vendita, è sempre a disposizione per eventuali chiarimenti e suggerimenti per l'acquisto dei prodotti adeguati alle singole esigenze di ogni animale.
L’arrivo in casa di un bambino segna sicuramente un grosso cambiamento per le abitudini di ogni famiglia. Fra le mille questioni a cui prestare attenzione, importantissima risulta quella relativa alla gestione degli animali domestici, specie quando si parla di gatti. Ecco qualche consiglio sulla gestione della convivenza tra gatto e neonato.
Costruire ex novo un rapporto fra un neonato e il felino non è una cosa del tutto semplice, ma è possibile facilitare questo approccio attraverso piccoli espedienti e accorgimenti.
La prima cosa da fare, dopo la nascita del piccolo, è quella di creare familiarità fra il suo odore e il fiuto del gatto. Per questo sarebbe saggio fargli odorare un vestito o un lenzuolo usato dal bambino, così da poter “accorciare metaforicamente” le distanze fra i due. Accertarsi quindi che il neonato non possegga forme di allergia al pelo dell’animale e, in caso, rivolgersi immediatamente al medico. Necessario inoltre stabilire delle “regole” con il cucciolo, affinché impari a muoversi nel proprio spazio, senza invadere quello del piccolo.
Inoltre, per quanto affettuoso e addomesticato sia, si tratta pur sempre di un animale. Ecco perché sarebbe opportuno renderlo il meno “pericoloso” possibile: una precauzione potrebbe essere quella di tagliargli le unghie, evitando che possa graffiare – anche inavvertitamente – il bambino. La presenza del piccolo dovrebbe quindi determinare un aumento di attenzioni anche nei confronti della salute del gatto. Opportuno pertanto procedere con visite mediche periodiche e le dovute vaccinazioni.
Al primo avvistamento, il felino, in quanto curioso per natura, si avvicinerà sospettoso al bebè. A seconda del tipo di rapporto con l’animale, sarà necessario scegliere se permettere un contatto fra i due o evitarlo, almeno per i primi tempi. In entrambi i casi, andrebbe prediletto un atteggiamento dolce e comprensivo. Un rimprovero violento e spaventoso rischia di compromettere sul nascere la relazione fra gatto e neonato e allungare i tempi della familiarità. Attenzione anche allo stato di agitazione e di stress del gatto. Qualora l’animale si mostrasse irrequieto, sarebbe opportuno allontanare il bambino per evitare il verificarsi di spiacevoli incidenti.
Il personale di Zoo Service, nei vari punti vendita, è sempre a disposizione per eventuali chiarimenti e suggerimenti per l'acquisto dei prodotti adeguati alle singole esigenze di ogni animale.
Prima regola per convivere con un cane: dare delle regole. Il cane è un animale domestico e come tale ha bisogno di essere educato sin da cucciolo. Adottare un cane di pochi mesi significa “tollerare” alcune problematiche che soltanto con grande pazienza possono essere superate. Per esempio, come abituare il cane a dormire nella cuccia?
Abituare un cucciolo a dormire nella sua cuccia è importantissimo. Non solo per l’igiene, ma anche dal punto di vista dell’educazione: il padrone, che per il cane è il capobranco sta in alto, sul letto, mentre lui nella sua cuccia. È anche questione di convivenza, ognuno con i propri spazi, sia cane sia padrone.
Che sia cucciolo o un cane adulto, abituare il cane a dormire nella cuccia richiede tempo e qualche trucchetto. Il rinforzo positivo è sempre la soluzione giusta. Il cane deve imparare a considerare la sua cuccia come una “scelta positiva” che verrà premiata dal padrone.
Quindi armati di biscotti, il primo passo è scegliere una frase o una parola per esempio “cuccia” o “vai a cuccia” da associare poi al gesto di indicare la cuccia, appunto, o avvicinarsi alla cuccia in modo da farsi seguire. Una volta che il cane sarà salito sopra, premiarlo con il biscotto. Lui assocerà il suo stare nella cuccia al comando e quindi al biscotto.
Le prime volte sarà necessario ripetere più volte questo esercizio, avvicinandosi alla cuccia e premiando il cane con crocchette e biscotti. Piano piano, andranno eliminati i premi per passare alle sole coccole, che fungeranno da rinforzo positivo.
Il trucco è non farsi impietosire dai lamenti del cucciolo o dagli sguardi languidi del cane adulto che preferirebbe saltare sul letto. Quindi anche il “capobranco” dovrà ricordare i motivi per cui è meglio abituare il cane a dormire nella cuccia: salvaguardare i propri spazi, evitare che il cane utilizzi il letto come meglio crede (portando cibo, giochi sopra il letto) e ricordare che nonostante sia un cane ben curato e pulito, il letto va difeso da batteri e cattivi odori.
Il personale di Zoo Service, nei vari punti vendita, è sempre a disposizione per eventuali chiarimenti e suggerimenti per l'acquisto dei prodotti adeguati alle singole esigenze di ogni animale.
Le cause della cute irritata del cane possono essere di varia da natura: cattiva alimentazione, sensibilità ad alcuni prodotti, allergie, presenza di parassiti, infezioni o dermatiti.
Il primo consiglio è di non trascurare i sintomi e i primi fastidi. Una infezione o una dermatite curata in tempo può evitare al cane molti problemi e lunghi trattamenti.
La dermatite è una delle malattie che più spesso colpiscono la cute dei cani. Può dipendere da diversi fattori e il sintomo più comune è il classico prurito, oltre a segni come lesioni o chiazze che questo tipo di patologia può provocare se non trattata.
Tra i vari tipi di dermatite, il veterinario riconoscerà se si tratta di quella acuta, allergica, atopica. Una volta individuati i sintomi, le cause e definita la tipologia di dermatite, potrebbe essere necessario far assumere al cane antibiotici, antinfiammatori o antistaminici.
Ma nei casi meno gravi basterà effettuare al cane un particolare lavaggio per lenire il prurito e i le fastidiose lesioni provocate dal continuo grattarsi. A questo proposito, un ottimo prodotto è ICF Leniderm Shampoo, studiato per il lavaggio sia di animali sani sia di quelli soggetti ad arrossamenti causati da dermatiti pruriginose.
In particolare, lo shampoo è composto da elementi come l’avena che hanno un effetto lenitivo, e altri elementi che hanno un effetto ammorbidente e idratante come l’olio di cartamo, la lanolina e la betaina.
Il personale di Zoo Service, nei vari punti vendita, è sempre a disposizione per eventuali chiarimenti e suggerimenti per l'acquisto dei prodotti adeguati alle singole esigenze di ogni animale.
Viaggiare con il cane sui mezzi pubblici si può. Ma per farlo è bene conoscere tutte le corrette norme di comportamento da mettere in pratica.
Ogni mezzo ha le sue caratteristiche: ci sono molte differenze tra un viaggio in nave e un viaggio in aereo e le regole riguardanti treni e autobus cambiano in base al Paese in cui si ci trova.
In Italia, per esempio, il cane può salire sugli autobus se è di taglia medio-piccola, perché può essere facilmente preso in braccio. Se invece si tratta di un cane di taglia grande il conducente può rifiutare la salita a bordo per evitare che dia fastidio agli altri viaggiatori.
Se si vuole viaggiare con il cane in treno o in metropolitana la taglia non conta, ma sui regionali e sulle metropolitane il cane non può salire negli orari di punta, mentre sui treni nazionali esistono cuccette apposite.
In generale, è necessario che ci sia un solo amico a quattro zampe per persona, sempre con museruola e guinzaglio o trasportino. Ricordati anche che su questi mezzi di trasporto i cani pagano il biglietto, seppur ridotto.
Se si vuole viaggiare con il cane in nave, per quanto riguarda i traghetti non ci sono grossi problemi: pagando un biglietto ridotto dovrai si dovranno rispettare le normative igieniche e accettare il fatto che se Fido è di taglia grande non potrà condividere con la cabina, ma dovrà stare in un'apposita zona della nave.
Mentre per accedere accedere alle aree comuni, il cane dovrà essere tenuto al guinzaglio e con la museruola. Per quanto riguarda le crociere, invece, in generale non accettano cani, per questo è importante leggere prima le condizioni riguardo i quattro zampe.
Infine, per viaggiare in aereo, il cane deve avere il suo libretto sanitario e per essere imbarcato deve essere posizionato in un apposito trasportino. I cani di taglia grande generalmente viaggiano in stiva, mentre quelli di taglia piccola possono essere accettati in cabina, a patto che non ce ne siano più di tre sullo stesso volo.
Il cane ama l’avventura e il gioco, ma è un animale molto abitudinario. Guai a togliergli la sua cuccia, la sua coperta o il gioco preferito. Per questo motivo quando abbiamo in programma di cambiare casa, è bene organizzare un trasloco a misura di cane.
Il trasloco, in generale, è un momento impegnativo e stressante. Per il cane potrebbe esserlo ancora di più se non gli si riservano particolari attenzioni. Il cibo, gli odori della vecchia casa e i giocattoli non dovranno mai mancare in tutto il periodo del trasloco. Ecco alcuni consigli utili su come affrontare il trasloco con un cane.
Prima di trasferirsi nella nuova abitazione, nel nuovo quartiere o addirittura nella nuova città, è assolutamente consigliato coinvolgere il cane durante i “lavori in corso”. Ogni volta che si ha l’occasione è importante portare il cane con sé e iniziare a fargli conoscere la nuova casa. Sarà un buon punto di partenza per fargli accettare il cambiamento.
Durante queste soste nella nuova casa, non fargli mancare cibo, acqua e giochini. Grazie a questi oggetti che utilizza nella sua quotidianità, vivrà più positivamente il cambiamento in corso.
Con i cani la parola chiave è “condividere”: amano condividere con il padrone momenti e giochi, ovunque loro siano. Per questo, anche nel momento di fare scatoloni e svuotare la vecchia casa, è una buona idea lasciare che il cane odori, esplori e si muova liberamente in mezzo a noi.
È da tenere a mente che i cani percepiscono il nostro disagio e il nostro nervosismo, quindi non c’è da stupirsi se mostreranno comportamenti diversi dal solito. L’importante è non fargli mancare i consueti appuntamenti: le passeggiate, il gioco, le coccole.
Una volta fatto il trasloco, la parte più impegnativa è superata, ma non quella più difficile. Per il cane il cambiamento sarà forte, soprattutto se si tratta di cambiare quartiere, quindi la zona delle passeggiate, l’angolo in cui dormiva, gli odori. Tutto sarà diverso, ma sta al padrone cercare di comprendere i suoi atteggiamenti e regolarsi di conseguenza, senza forzarlo.
Gli odori vecchi, della sua cuccia, del suo gioco preferito o della copertina, saranno l’elemento positivo per il cane. Per questo è assolutamente sconsigliato cambiare cuccia o giochi nella frenesia del cambiamento. Sarà questo a velocizzare la sua capacità di ambientazione.
Dopo aver sistemato la casa, è importante dedicare al cane un angolo fisso. Sarà lui a fare capire al padrone dove preferisce rifugiarsi, lasciamolo fare. Infine, non dimenticare di cercare un veterinario nelle vicinanze.
L'alimentazione dei gatti che vivono con noi in casa è fondamentale. Spesso abituiamo i nostri animali domestici a mangiare il nostro cibo. Eppure, per quanto consolidata sia questa abitudine è bene ricordarsi che esistono dei cibi tossici e pericolosi per i gatti, alcuni dei quali davvero insospettabili. Quali sono? È presto detto.
Questi cibi possono causare dei danni ai globuli rossi del gatto, portando a gravi forme d'anemia. In più sono velenosi se consumati in grandi quantità o in forma concentrata.
Proprio come gli umani, il consumo di uova crude o carne cruda può portare all'avvelenamento da salmonella o escherichia coli. Il gatto potrebbe avere diversi disturbi gastrointestinali, tra cui alcuni molto gravi. In più, sono assolutamente da evitare le ossa, che possono portare al soffocamento o lesionare il tratto digestivo.
Niente cioccolato, mai: contiene delle sostanze, chiamate metilxantine, che possono causare vomito e diarrea, tremori, aritmia e convulsioni. Le stesse sostanze si trovano anche nel caffè, che è perciò da evitare.
L'ingestione di alcolici o di alimenti che contengono alti contenuti d'alcol possono essere pericolosi per il tuo gatto. Tra le conseguenze si ritrovano vomito, disorientamento, problemi di respirazione, coma e persino la morte.
L'impasto crudo si espande nello nello stomaco e può portare a occlusioni intestinali e soffocamento, mentre il latte e i suoi derivati possono causare gravi problemi gastrointestinali.
Non è chiaro il motivo, ma uva e uvetta possono portare a un rapido sviluppo dell'insufficienza renale. Possono inoltre provocare problemi all'apparato digerente, con conseguenze anche molto gravi.
Se nella stessa casa convivono cane e gatto è meglio tenere separate le ciotole. Questo perché i cibi per gatti contengono taurina, essenziale per vivere a lungo senza sviluppare malattie cardiache, problemi di vista e dentali.
Non è questione di bellezza, ma di salute. Nelle giornate invernali, il freddo e la pioggia possono rendere la passeggiata con il proprio cane difficile e poco allettante per l’amico a quattro zampe. Nonostante ciò, non si può aspettare che smetta di piovere.
Per questo motivo sono molto utili gli impermeabili per cani: significa riparare il cane dalla pioggia, evitare che l’acqua gli si asciughi addosso causando nel tempo umidità e problemi alle ossa, soprattutto per i cani più anziani.
Il brutto tempo non scoraggia il cane dalla passeggiata, ma di certo camminare sotto la pioggia non è piacevole neanche per lui. In commercio esistono tanti tipi di impermeabili, adatti a tutte le taglie, di tutti i colori e materiali.
Esistono ad esempio quelli felpati dentro, per i cani più “freddolosi”, ovvero i cani con il pelo più corto che, abituati a stare in casa, soffrono lo sbalzo termico. Ne esistono smanicati o con diverse allacciature in base alla stazza del cane.
Ciò di cui bisogna tener conto nella scelta di un’impermeabile è sicuramente la misura. È importante scegliere la misura giusta per non infastidire il cane.
Le misure più importanti da valutare sono: la circonferenza del petto, la lunghezza del corpo (che va misurata dalla base del collo alla base della coda) e quella del collo. In base a queste tre misure e quindi alla taglia del cane (se piccolo, medio o grande), va scelto l’impermeabile più adatto.
Zoo Service offre una vasta scelta di impermeabili per cani, adatti a tutte le taglie e a tutti i gusti: da quello più semplice a quello più colorato, l’importante è proteggere il cane durante le brutte giornate.7
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A partire dalla quarta settimana di vita, per il gatto, cercare un posto dove nascondere i propri bisogni, è istintivo. Se la natura non dovesse fare il suo dovere, però, è necessario seguire alcuni consigli per educare il gatto alla lettiera.
Il motivo per cui i gatti nascondono i propri bisogni dipende dal loro desiderio di sfuggire a prede e predatori che potrebbero sentire i loro odori. Il gatto addomesticato, conserva lo stesso istinto. Per questo è necessario seguire alcune regole per far sì che “accetti” la lettiera come luogo prescelto.
Prima di tutto, la lettiera deve essere abbastanza grande e profonda per consentire al gatto di girarsi, muoversi e scavare al suo interno.
In quanto alla posizione in casa: non deve essere messa accanto alle ciotole in cui il gatto mangia, ma in un posto intimo, appartato e facilmente accessibile.
Proprio perché il suo obiettivo sarà quello di nascondere i suoi odori, la lettiera va pulita quotidianamente e va cambiata la sabbia almeno una volta alla settimana. Durante la pulizia, è consigliabile non utilizzare prodotti dall’odore forte che potrebbero infastidire il gatto.
Per i gatti più testardi, i primi tempi saranno complicati, ma con pazienza si riuscirà nell’impresa. Individuare il punto in cui il gatto “preferisce” fare i bisogni, potrebbe essere utile per stabilire il luogo in cui posizionare la lettiera. A volte sono proprio gli animali a consigliarci la mossa giusta.
Se il gatto dovesse continuare a fare i bisogni sul pavimento, bisognerà prenderlo e portarlo nella lettiera nel momento in cui li sta facendo. È un comportamento utile finché il fatto non assocerà il comportamento all’oggetto. Infine, una volta associato il comportamento, quando il gatto farà i suoi primi bisogni nella lettiera andrà premiato secondo quella che è definita la tecnica del rinforzo positivo.
Proprio come gli uomini, anche gli animali a quattro zampe possono avere problemi all'intestino, come occlusioni o stitichezza. Dall'episodio sporadico a quello più grave, l’importante è riconoscere le cause e trovare rimedio.
La stitichezza nei cani può dipendere da diversi fattori che vanno dalla mancanza di idratazione alla scarsa attività fisica o da una cattiva alimentazione. Il sintomo più evidente: il cane avrà difficoltà ad eliminare le feci.
Ma quando si parla di stitichezza, il cane può presentare altri disturbi come: feci più piccole e scure, di consistenza molto dura, feci con sangue, perdita di appetito e di peso, addome gonfio. A questi si aggiungono ancora episodi di vomito, segnali di dolore quando defeca.
Davanti a questi sintomi, l’importante è scoprire la causa della stitichezza. Una ciotola d’acqua sempre a disposizione, cambiare il cibo se si nota una particolare intolleranza e far svolgere attività fisica al cane, sono le basi per mantenere in salute il proprio animale a quattro zampe.
Nella cura della stitichezza, per un periodo di tempo e finché i disturbi non sono diminuiti, è importante fare più attenzione all’alimentazione e introdurre mangimi o cibi con più fibre per stimolare l’intestino. La mancanza di fibre, infatti, può essere una delle cause della stitichezza nei cani.
Esistono altri rimedi “casalinghi” per aiutare il cane a stare meglio, ad esempio, arricchire il pasto con un cucchiaino d’olio d’oliva. Anche la zucca è un ottimo rimedio naturale perché contiene grandi quantità di fibre e acqua. Il consiglio è di aggiungerne un cucchiaino ogni quattro chili di peso, due volte al giorno. L’aceto di mele e la fibra di cocco favoriscono la digestione e regolarizzano l’intestino, mentre il succo di aloe vera puro ha molti vantaggi per il cane, per depurare l’organismo.
Sicuramente, ma questa è una regola che vale in generale, un rimedio contro la stitichezza è l’esercizio fisico: un cane in movimento è un cane in salute. L’attività stimola l’organismo e come diretta conseguenza dell’esercizio vi è il bisogno di idratazione, che si sa è un’ottima soluzione per la stitichezza.
Se i sintomi del cane dovessero peggiorare e durare più di due o tre giorni, le cause potrebbero essere più gravi, per questo si consiglia di rivolgersi ad un medico veterinario che ne scoprirà la causa e potrà trovare una cura e l'alimentazione adatta.
Il cane è il compagno più fedele e, come ogni buon amico che si rispetti, merita un posto accanto al suo padrone sull’aereo che lo porterà in vacanza. Ma quali sono le regole da seguire per volare verso mete lontane insieme al proprio socio a quattro zampe?
Molte sono le compagnie aeree che permettono di portare con sé il proprio cane, e ognuna ha le sue norme. Solitamente sono ammessi in cabina i cani fino a 6, 8 o 10 kg, a seconda appunto della compagnia prescelta. Volare con cani di taglia mini è più semplice, poiché possono viaggiare in cabina insieme al padrone. Il trasportino in cui l’animale andrà alloggiato va collocato sotto al proprio sedile oppure sotto a quello del passeggero davanti; può essere morbido o semirigido, avere il fondo impermeabile ed essere rivestito con una fodera assorbente. Il peso massimo consentito comprende anche quello del trasportino e dell’eventuale cibo in esso contenuto. Purtroppo, però, non è possibile aprire il trasportino durante il volo.
Più stressante è il trasporto per i cani di taglia media e grande, poiché questi dovranno viaggiare in stiva, insieme agli altri bagagli. Per questo motivo è importante scegliere un trasportino dalle dimensioni adeguate, che non sia tanto piccolo da non consentire all’animale di potersi muovere agevolmente, e nemmeno tanto grande da farlo urtare contro le pareti e il soffitto del kennel in caso di turbolenze. È bene anche farsi assicurare dal personale di volo che la stiva sia climatizzata e pressurizzata. Prima di partire è opportuno fare in modo che il proprio amico a quattro zampe si abitui a stare nel trasportino e ci si senta a proprio agio. Si può anche provare a spruzzarci dentro uno spray ai feromoni, sostanze naturali che agiscono da calmanti. I trasportini che non rispettano le misure adeguate non saranno accettati.
Alcune compagnie aeree non consentono il trasporto di cani sedati o appartenenti a razze considerate pericolose. Inoltre, i cuccioli più piccoli di 3 mesi, che non hanno ancora fatto il vaccino anti-rabbia, non possono volare in Europa.
Oltre a queste norme di massima, comunque, è bene ricordare che ogni compagnia aerea ha un proprio specifico regolamento sul trasporto degli animali, che si consiglia di leggere attentamente prima di mettersi in viaggio.
"Quando le persone conversano con i cani, sono generalmente i cani che apportano al dialogo un po’ di calore umano”, scrive l’autore di aforismi Louis Savary. Ma quali sono le regole da seguire per instaurare un buon dialogo con il proprio amico a quattro zampe?
Innanzitutto, per iniziare a stabilire un contatto con il proprio cane è necessario attirare la sua attenzione chiamandolo per nome, accompagnando tale richiamo con la gestualità. Infatti, poiché i cani sono particolarmente sollecitati dagli stimoli visivi, salutarli per esempio muovendo un braccio può rivelarsi un gesto molto utile per attrarli a sé.
Sebbene i cani siano animali particolarmente intelligenti, fanno fatica a distinguere le parole che presentano un suono simile. Per questo motivo si consiglia di scegliere parole brevi, e di utilizzare sempre le stesse in associazione a un determinato gesto visivo, anche questo sempre uguale, per ogni ordine particolare che si intende impartire al cane.
Molto importante, quindi, è ricorrere al cosiddetto rinforzo positivo, che consiste in una ricompensa che ha lo scopo di premiare il cane quando esegue un ordine che gli è stato impartito. Lo si può gratificare con premi golosi come per esempio uno snack, ma anche e soprattutto con carezze accompagnate da parole affettuose.
Se il cane fa qualcosa di sbagliato, come per esempio salire sui letti, abbaiare esageratamente o urinare in casa, prima di sgridarlo è bene accertarsi che abbia ben appreso i comandi basilari dell’addestramento e che non soffra di disturbi di stress o di qualche altra patologia. Un rimprovero particolarmente duro, infatti, potrebbe suscitare nell'animale paura e comportamenti aggressivi.
Buona norma è ripetere costantemente al proprio amico a quattro zampe i comandi che ha già acquisito aggiungendone di nuovi, per stimolarlo tramite un allenamento costante della sua ricettività e della sua memoria.
Per essere certi che il cane abbia compreso ciò che gli è stato comunicato, e per capire che cosa il cane a sua volta intenda comunicare, è molto utile osservarne i movimenti corporei. Se drizza le orecchie vuol dire che è attento, se agita la coda e muove il sedere in modo tranquillo significa che è felice, se inclina la testa da un lato è segno che sta comprendendo quello che gli si sta dicendo. I segnali corporei utilizzati dai cani sono molto soggettivi, per cui è bene imparare a riconoscere quelli del proprio amico a quattro a zampe dedicandogli tempo, pazienza, affetto e cure amorevoli.
Il colpo di calore può sopravvenire in seguito ad una attività motoria particolarmente intensa, a causa di una forte emozione, ma anche semplicemente in seguito a una prolungata esposizione dell'animale al sole.
Il tappetino rinfrescante è la soluzione ideale per proteggere i nostri amici cani dal grande caldo estivo e dall'evenienza di un colpo di calore. Per scongiurare questo pericolo è bene correre ai ripari utilizzando precauzioni che permettano all'animale di rinfrescarsi abbassando la sua temperatura interna, sino alla normalità.
Nell'uomo grazie alla sudorazione si elimina calore e si rinfresca la pelle. I cani non posseggono invece molte ghiandole sudoripare. Per lo più eliminano il calore e raffreddano il corpo surriscaldato principalmente attraverso la bocca e le narici. È facile per questo che incorrano nel famigerato colpo di calore o ipertermia, una condizione dovuta a un eccessivo e prolungato aumento della temperatura interna dell'animale, oltre i valori norma. Uno sei segni dell'aumento della temperatura interna è l'aumento della respirazione. Il cane inizia ad ansimare sempre più velocemente, nel tentativo di espellere il calore in eccesso. Queste condizioni si verificano più facilmente nei periodi estivi e nelle giornate di caldo intenso, ed è per questo che è consigliato l'utilizzo del tappetino refrigerante.
Il tappetino rinfrescante, presente in offerta per il mese di luglio presso tutti punti Zoo Service, è la soluzione ideale per rinfrescare il cane e prevenire il colpo di calore. Il suo funzionamento non richiede una fase di raffreddamento in frigo, né l'attacco a una presa di corrente elettrica. La presenza di un particolare gel interno, totalmente atossico per i cani in caso di accidentale ingestione, lo rende capace di rinfrescare il cane per semplice contatto col corpo. Il cane accaldato dalla calura estiva avrà a disposizione un luogo tutto suo per rinfrescarsi e stare bene nonostante il caldo. Immediatamente capirà che quel tappetino è davvero utile per riposare e godere delle belle giornate in totale tranquillità.
L'offerta di Zoo Service del mese di luglio per i tappetini rinfrescanti vi permetterà di acquistare questo prodotto ad un prezzo speciale.
Per offrirvi sempre maggiore comodità, potete ordinare il tappetino anche con il nostro servizio a domicilio attivo in tutta la città di Palermo, chiamando i numeri:
Le gravidanze indesiderate per le femmine, i getti di urina nei luoghi più disparati della casa per i maschi, possono essere le principali motivazioni che spingono i padroni dei gatti a decidere di sterilizzarli. In molti casi le sterilizzazioni vengono effettuate per prevenire la comparsa di alcune patologie.
L'operazione prevede la rimozione delle gonadi degli animali, ossia di quegli organi che sono fondamentali per la riproduzione: si tratta delle ovaie per le femmine e dei testicoli per i maschi. La sterilizzazione comporta oltre che dei cambiamenti a livello psicologico e comportamentale nell'animale anche dei cambiamenti ormonali.
A cambiare è soprattutto il metabolismo, è stato osservato che i gatti sterilizzati hanno un metabolismo più lento, che si riduce del 20% rispetto a quello di un gatto non operato. La variazione della produzione ormonale causa una crescita dell'appetito ed una maggiore richiesta di cibo. Tali cambiamenti potrebbero portare a un aumento di peso dell'animale e a conseguenti problemi per la sua salute.
Per evitare che il gatto prenda peso, bisogna nutrire il proprio animale in maniera appropriata utilizzando prodotti che presentano un ridotto apporto di calorie. Si tratta di particolari tipi di mangimi che contengono pochi grassi.
Le fibre alimentari sono importanti per l'alimentazione, specie per le diete dei gatti sterilizzati. Infatti una alimentazione ricca di fibre favorisce il senso di sazietà, riempe prima di una dieta povera di fibre. Il vostro gatto in questa maniera si sazierà prima e non chiederà altro cibo.
I mangimi umidi presentano più acqua di quelli secchi. Anche l'acqua, come le fibre, è molto importante per determinare il senso di sazietà. In particolare, le fibre idrofile presenti negli alimenti legano le molecole di acqua e gonfiano lo stomaco dell'animale, dandogli un senso di sazietà. Ciò induce il gatto a smettere di mangiare e a mantenere la sua linea.
Presso i punti vendita Zoo Service potrete trovare uno staff altamente qualificato in grado di consigliarvi i prodotti più adeguati in base alle necessità dei vostri gatti ed un vasto assortimento di articoli per prendervi cura al meglio del benessere del vostro amico a quattro zampe: croccantini, scatolette, snack, integratori, ciotole, tiragraffi, giochi e tanto altro.
Adattarsi ad un nuovo habitat, a seguito di un trasloco, può comportare non poche seccature a noi umani, ma non sono da sottovalutare gli effetti negativi del trasferimento anche sulla psiche dei nostri animali domestici.
Nello specifico, è stato riscontrato che cani e gatti vivano il cambio di casa con senso di smarrimento, confusione e nervosismo. Ma, al fine di superare questa fase così particolare, alcune azioni del padrone possono rendere meno traumatico il trasloco ai nostri animali.
Spazio allora a tante coccole, senza che al cucciolo venga meno la presenza affettuosa del suo amico umano: essere distaccati o lasciarlo fin da subito da solo in casa può complicare ancora di più lo stato di confusione dell’animale . Bisogna quindi stargli vicino, concedendogli anche il tempo necessario per abituarsi alla nuova abitazione, senza forzature.
Mantenere le stesse abitudini della vita precedente è un altro degli accorgimenti piccoli ma fondamentali da prendere in considerazione: stessa cuccia, stessi giochi, stessi orari dei pasti, per una routine che resti quanto più possibile identica a quella della vecchia casa. All’animale anche l’onore di scegliersi il posto in cui sistemare la sua tana e riposare: sarebbe utile fargli annusare tutta la casa, così da prendere familiarità con l’habitat appena conquistato.
Per evitare spiacevoli smarrimenti, una volta arrivati nella nuova abitazione, potrebbe essere un’azione saggia quella di fornire al cucciolo una targhetta identificativa con dati anagrafici e indirizzo del padrone. Sempre per metterlo a proprio agio nella nuova zona, via libera a passeggiate intorno alla casa, così da fargli prendere confidenza con il territorio, i vicini ed eventuali altri animali.
Infine, non è da sottovalutare il consulto del veterinario: il medico potrebbe fornire ulteriori preziosi consigli su come garantire serenità e salute, per migliorare la vita dell’animale ed – eventualmente – prescrivere vaccinazioni specifiche, legate ai rischi del nuovo habitat.
Il gatto è uno degli animali domestici più autonomi che ci siano. Ma una delle abitudini che infastidisce di più è il fatto di ritrovare i graffi del gatto sul divano, mobili e tende, o in generale in giro per casa.
Una delle attività tipiche della routine felina è infatti quella di farsi le unghie contro superfici dure e ruvide, per eliminare le estremità “morte” degli artigli e tenere in allenamento i muscoli delle zampe. Inoltre, sembra che dietro a questo gesto ci sia anche la volontà di marcare il terreno e far capire chi comanda a padroni e altri animali.
Un’azione apparentemente innocua e naturale, ma che diventa un fastidioso problema, se il gatto abita in una casa piena di oggetti e mobili: tappeti, porte, sedie, armadi e tanto altro ancora, che possono trasformarsi, ai suoi occhi, in ottime superfici per avere unghie sempre fresche e appuntite.
Fra questi, probabilmente il più a rischio è il divano, ma per evitare che il mobile venga rovinato dagli amici a quattro zampe, basta prendere alcuni semplici accorgimenti.
Una delle cose più sagge da fare è quella di procurarsi un tiragraffi. Si tratta di piccole strutture, più o meno grandi, rivestite di un tessuto fatto appositamente per attirare il gatto e il suo bisogno di limarsi gli artigli. È consigliabile posizionarlo dove solitamente l’animale è già stato a grattarsi e strofinarsi, così da attirarlo con maggiore facilità.
Oltre all’uso del tiragraffi, rivestire il divano con una copertura morbida può essere un gesto assai utile: l’animale troverà difficoltà a graffiare una superficie non rigida e ruvida e, magari al secondo tentativo, ci rinuncerà.
Infine, una delle soluzioni a questo piccolo ma impegnativo problema è quella di prevenirlo. Curare l’igiene del gatto, non dimenticandosi di tagliargli e limargli gli artigli, può rivelarsi davvero la cosa più utile da fare. Non solo si allevierà lo stress del micio, che è una delle cause del gesto tanto odiato, ma si renderanno le sue unghie sempre pulite e appuntite, tanto da non fargli sentire la necessità di strofinarle violentemente contro i mobili.
Il personale di Zoo Service, nei vari punti vendita, è sempre a disposizione per eventuali chiarimenti e suggerimenti per l'acquisto dei prodotti adeguati alle singole esigenze di ogni animale.
Lunatici, sfuggenti e diffidenti, i gatti sono animali estremamente affascinanti da osservare e da comprendere.
Ma come fare a interpretare le mille sfumature del loro carattere e i significati del loro particolare linguaggio? Un’efficace comprensione nasce innanzitutto da un’acuta osservazione e da un ascolto attento.
Per cominciare, è bene concentrarsi sul miagolio. Spesso finalizzato a richiamare l’attenzione, il miagolio può essere usato dal gatto anche per chiedere del cibo o per esprimere gratitudine, come nel caso delle fusa, particolari versi simili a brontolii emessi dall’animale per manifestare contentezza. Il miagolio, quindi, si fa più aggressivo in situazioni di combattimento, e più energico e acuto durante il corteggiamento.
Oltre al miagolio, i gatti comunicano anche con i morsi, che possono essere teneri e giocosi, nell’ambito di un contesto ludico, oppure difensivi, nelle situazioni in cui l’animale percepisce minaccia di pericolo.
Importantissimo è anche lo sguardo del gatto. Grandi e comunicativi al massimo, gli occhi del felino sono lo specchio fedele del suo stato d’animo. Per esempio, le pupille dilatate sono segno evidente di paura, mentre se il gatto le rimpicciolisce significa che è particolarmente teso e ansioso; inoltre, se le pupille sono tonde il gatto è sereno, e lo è ancor di più se gli occhi appaiono socchiusi.
Passando alle orecchie, si possono notare diverse sfaccettature di movimento. Se il gatto tende a ruotarle vuole esprimere curiosità, mentre se le porta verso il basso e le piega all’indietro comunica ostilità.
Quando poi il micio si struscia sul corpo di una persona intende manifestare la propria amicizia e fiducia marcando il soggetto degno del suo rispetto tramite le ghiandole che si trovano sul suo muso e che rilasciano particolari ferormoni.
Infine, restano da osservare coda e zampe. Una coda bassa e rilassata indica tranquillità, alta e dritta esprime felicità; al contrario, se la coda è nascosta tra le zampe posteriori è indice di paura, se invece il gatto la agita significa che qualcosa lo turba.
Per quanto riguarda le zampe, se il gatto ne solleva una appoggiandola sulla persona vuol dire che sta chiedendo cibo oppure coccole, e se addirittura si mette a pancia in su con le zampe all’aria significa che si fida al massimo di chi gli sta intorno.
Molto amati dai bambini, gli animali domestici possono influire in modo assai positivo sullo sviluppo cognitivo ed emotivo dei piccoli.
Il contatto ravvicinato e costante con cani e gatti, infatti, rende i bambini più empatici e responsabili, favorendo inoltre lo sviluppo della loro intelligenza emotiva, fondamentale per esprimere al meglio i propri sentimenti interpretando nel contempo quelli degli altri.
Diversi studi hanno dimostrato che i bambini che vivono in compagnia di un animale domestico sono più compassionevoli verso il prossimo, poiché imparano presto a prendersi cura di un altro essere vivente. Il prendersi cura dell’animale, quindi, fa sentire il bambino competente e responsabile, con evidenti effetti benefici sullo sviluppo della propria autostima.
Inoltre, la compagnia dell’animale può aiutare il piccolo a potenziare le proprie competenze linguistiche, tramite l’esercizio di un dialogo quotidiano.
La vicinanza con il proprio animale domestico, poi, si rivela utilissima per aiutare il bambino a ridurre ansia e stress, poiché il piccolo trova nel proprio amico peloso un appoggio emotivo spassionato e senza eguali.
La presenza di un animale in casa, inoltre, rende più semplice al genitore aiutare il bambino a comprendere il ciclo della vita, e a gestire la gioia della nascita e il dolore della morte.
Tra gli altri animali domestici, il cane è quello che si adegua meglio alla convivenza con un bambino, verso il quale manifesta tantissimo affetto. I genitori devono però sempre vigilare sulla vicinanza tra animale e bambino. Quest’ultimo, infatti, con l’intenzione di giocare potrebbe strapazzare troppo l’animale infastidendolo e rischiando una brutta reazione.
Anche il gatto è un ottimo compagno per il bambino. Per la sua natura più scontrosa e autonoma rispetto a quella del cane, infatti, il gatto permette al piccolo di esercitare l’arte della pazienza e di imparare a rispettare i tempi del prossimo e soprattutto il suo bisogno di indipendenza.
Tra i punti cardine di un buon addestramento del proprio amico a quattro zampe, l’allenamento al rifiuto di un’esca avvelenata è fondamentale per permettere al cane di salvarsi la vita.
Purtroppo, infatti, non sono rari i malintenzionati che mettono in pratica questi atteggiamenti al fine di sbarazzarsi degli animali che gli causano fastidio – in modo particolare i cani da guardia – attirandoli con bocconcini o polpette piene di veleno.
Affinché l’addestramento del cane al rifiuto di un’esca avvelenata ottenga i risultati sperati, occorre seguire alcune regole fondamentali. Vediamole insieme.
Innanzitutto, bisogna cominciare con l’abituare il cane ad assumere cibo soltanto in determinati orari, e mai fuori pasto, addestrandolo a prenderlo sempre dalla stessa ciotola, possibilmente collocata sempre nello stesso posto. Anche durante la fase di addestramento, che prevede cibi-premio per l’animale, sarebbe meglio utilizzare sempre la ciotola, evitando il più possibile di porgere il cibo al cane con le proprie mani.
Per far sì che il cane non senta lo stimolo della fame in orari diversi da quelli stabiliti, è quindi importante che la quantità di cibo somministrato sia sempre sufficiente a saziarlo.
Una buona norma è anche quella di non dare mai da mangiare al proprio cane mentre si siede a tavola, per fargli capire che deve starsene buono al proprio posto, e vietare ad amici e parenti di offrirgli del cibo dalle proprie mani, negli orari dei pasti come al di fuori.
Fondamentale, quindi, è impedire al cane di raccogliere cibo da terra durante le passeggiate.
Fatte proprie queste sane abitudine, il cane sarà quindi pronto per essere addestrato al rifiuto di un’esca avvelenata. Per recepire correttamente l’insegnamento, l’animale deve avere almeno 8 mesi di vita.
Una tecnica di addestramento molto efficace consiste nel fare in modo che il cane associ il fatto di mangiare il cibo raccolto da terra a qualcosa di disgustoso. Per far sì che questo accada, bisogna ricorrere all’aiuto di una persona che il cane non conosce, che dovrà lanciargli dei bocconi dal sapore cattivo, che il cane quindi tenderà a rifiutare sputandoli.
Altri metodi, poi, prevedono il ricorso a rumori forti e fastidiosi da provocare quando il cane si avvicina all’esca. L’obiettivo è sempre quello rendere spiacevole il momento in cui il cane decide di avvicinarsi all'esca.
Evento piuttosto frequente anche nel mondo felino, la coprostasi, ovvero la stitichezza, si manifesta nel gatto con la difficoltà dell’animale nell’andare di corpo.
Solitamente l’attività intestinale dei gatti è abbastanza regolare, e un micio defeca da una a due volte al giorno. In caso di stitichezza lieve si può intervenire sull’alimentazione del gatto, somministrandogli per un paio di giorni alimenti liquidi, oppure ad alto contenuto di fibre. Un altro accorgimento potrebbe essere quello di ammorbidire il cibo con dell’olio d’oliva o di vaselina, prestando però molta attenzione a non somministrare l’olio direttamente in bocca al gatto, perché potrebbe andargli di traverso provocando gravi problemi come la broncopolmonite ab ingestis.
Problemi di stitichezza seri possono insorgere per esempio a causa dell’ingestione da parte del gatto di grumi di peli proprio nel corso delle operazioni di pulizia quotidiane, oppure di altri oggetti come mucchietti di lana, fili o palline trovati in giro, che possono ostacolare la defecazione. Questi inconvenienti possono essere risolti somministrando al gatto prodotti specifici che lo aiutino a espellere il pelo ingerito.
Nei casi di stitichezza più gravi, l’eccessiva costipazione può addirittura causare un’occlusione intestinale. Quest’ultima, oltre che dall’ingestione di peli o altri corpi estranei, può derivare anche dalla presenza di parassiti o da feci troppo solide e disidratate.
La stitichezza, però, può anche essere sintomo di disfunzioni o patologie più o meno importanti, per esempio vecchie fratture del bacino responsabili del restringimento del canale osso da cui passa il retto, obesità, diabete mellito, ipertiroidismo, ernie, problemi al colon e addirittura tumori intestinali.
Il gatto che soffre di stitichezza spesso appare apatico, inappetente e nervoso a causa dei dolori addominali; inoltre, può manifestare più sete del normale ed essere soggetto a stimoli di vomito.
Si rivela quindi necessario l’intervento del veterinario, che sarà in grado di stabilire il da farsi. Nei casi più complicati si può arrivare addirittura all’intervento chirurgico.
Concepiti entrambi come strumenti per tenere il cane sotto controllo durante le passeggiate, sia il collare sia la pettorina consentono al padrone di proteggere il proprio amico a quattro zampe dalle insidie della strada.
Ma quali sono le caratteristiche dell’uno e dell’altra, e quale tra i due è meglio scegliere per il proprio cane?
Partiamo dal collare. Più diffuso rispetto alla pettorina, il collare per cani è disponibile in diversi modelli e materiali più o meno costosi, come per esempio il cuoio, il nylon oppure l’acciaio. Le tipologie più comuni sono il classico collare di base, il collare semistrangolo, il collare a strozzo e quello a punte. A prescindere dal modello, comunque, i collari vengono oggi considerati dannosi, poiché tirando il collo del cane possono provocare dei danni fisici al collo ed alla colonna vertebrale. Sconsigliati sono invece i collari a strangolo o a strozzo.
Se usati con criterio, però, i collari classici presentano evidenti vantaggi, come per esempio la facilità e comodità di utilizzo e la possibilità da parte del padrone di esercitare un maggior controllo sui movimenti del cane, consentendogli di allontanarlo con rapidità da eventuali pericoli. Come già accennato, un collare troppo stretto potrebbe causare fastidi al collo del cane; viceversa, però, un collare non stretto a sufficienza potrebbe sfilarsi con troppa facilità permettendo al cane di scappare.
Di uso più recente rispetto al collare, la pettorina per cani è considerata uno strumento meno dannoso per gli amici a quattro zampe. Meno pratica da utilizzare, la pettorina può essere ad H, a X o a Y. Specialmente il modello ad H, non esercitando alcuna pressione sul collo del cane, consente all’animale grande libertà di movimento. Di contro, l’applicazione della pettorina può risultare alquanto impegnativa, e alcuni cani potrebbero mal sopportarne l’ingombro.
Tornando alla scelta tra collare e pettorina, dunque, non vi è una risposta univoca. Più che dalle caratteristiche dei singoli strumenti la scelta di uno o dell'altro dipende dall'uso che se ne fa, dal carattere e dalla postura del cane poiché entrambi presentano sia vantaggi che svantaggi.
Presso i punti vendita ZooService di Palermo e Trapani troverete una vasta gamma di prodotti per il cane ed uno staff qualificato sempre pronto a consigliarvi la scelta migliore per il benessere del vostro amico a quattro zampe. Inoltre, ogni prodotto in vendita da Zoo Service è stato selezionato con estrema cura ed attenzione per garantire la massima qualità ed il miglior rapporto qualità-prezzo.
Il gioco per il cane è molto importante. Non si tratta soltanto di un momento di svago, ma di una vera e propria palestra di vita. Lo sviluppo psicofisico del cane e il mantenimento del suo benessere passano proprio attraverso il gioco.
Giocando un cane impara a entrare in relazione con ciò che lo circonda, fa amicizia con gli altri animali e con l'uomo, apprende comportamenti di diverso tipo.
Il gioco ha una fortissima valenza educativa. Tramite il gioco il cane potrà imparare a stare insieme agli altri e a controllare da sé gli stati di eccessiva eccitazione. Un padrone che gioca con costanza col proprio cane potrà godere di una relazione solida e gioiosa col suo animale. Gioco ed educazione vanno di pari passo. Ciò accade perché ogni gioco ha le sue regole. Il cane deve impararle per poter partecipare.
Un cane gioca con tantissime cose e anche - se può - con i suoi simili. Esiste un codice di comunicazione tra i cani per cui durante il gioco vengono concessi tanti tipi di comportamento, anche di finta aggressione. Gli animali che giocano tra loro sanno benissimo che si tratta soltanto di una 'recita' e continuano a divertirsi. In questa maniera vengono sperimentati diversi comportamenti in un contesto sicuro e protetto come quello del gioco.
I cuccioli giocano in maniera più sfrenata rispetto ai cani adulti. Attraverso il gioco, specie con le loro mamme, potranno impararne le regole e riuscire ad autogestirsi. Le mamme infatti svolgono un ruolo principale nelle prime settimane di vita, fungendo da insegnante, fanno capire cosa va fatto e cosa no. I cani comunque non smettono mai di giocare, anche quando sono molto adulti. Questo dipende soprattutto dal carattere del cane, ma un cane abituato a costanti stimoli e giochi non smetterà mai di giocare.
Il gioco è inoltre un indicatore di benessere del cane, quando un cane si ammala o è stressato, uno dei primi comportamenti a sparire è proprio il gioco. Non resta quindi che ritagliarci del tempo dalla routine quotidiana, prendere una palla e scendere giù in giardino.
Uno dei primi problemi che si riscontra quando si porta un cucciolo in casa è proprio quello dei bisognini. Sebbene ci siano in commercio vari strumenti molto utili, come la traversina, il problema è far capire al cane come utilizzarli.
La traversina è un telo di plastica e carta assorbente di diverse dimensioni che va posizionato sul pavimento dove il cane potrà fare i suoi bisogni. Si utilizza soprattutto per i cuccioli che non possono ancora andare a fare la pipì fuori casa o per i cani più adulti che ancora non hanno imparato ad aspettare la passeggiata all'esterno.
Insegnare ai cuccioli a fare i propri bisognini sulla traversina non è sempre semplice. Ecco quindi alcuni consigli utilissimi per fare in modo che il vostro cane impari a usarla.
Le traversine vanno poste in luoghi riservati della casa di modo che l'animale possa avere un po' di privacy. Un luogo molto frequentato potrebbe disturbarlo. Non ponetele mai vicino alla loro cuccia o al luogo in cui mangiano.
Anche se potrebbe sembrare strano, quest'ultimo potrebbe rivelarsi un buon metodo. Bagnare la traversina con la pipì del cucciolo stesso potrebbe creare una sorta di richiamo olfattivo per cui l'animale potrebbe comprendere che quello è il luogo in cui fare i suoi bisognini.
Il cane fa la pipì sulla traversina in virtù della sua morbidezza. Per questo motivo potrebbe confondere i tappeti di casa per traversine. Togliete tutti i tappeti per permettergli di imparare più agevolmente.
Se il vostro cucciolo sbaglia e fa la pipì fuori dalla traversina non lo punite assolutamente con percosse né con urla che lo spaventerebbero solamente. Un secco 'No' pronunciato con autorità e rivolto all'animale proprio mentre sta compiendo l'azione sbagliata può essere molto utile.
Se invece il vostro cane fa i suoi bisognini proprio sulla traversina, premiatelo con parole dolci, coccole e qualche goloso snack.
È una domanda intorno alla quale è presente molta confusione: ogni quanto bisogna lavare il cane? A tal proposito circolano molte teorie, alcune contrastanti tra loro.
In ogni caso, bisogna tenere in considerazione il fatto che, se il cane verrà lavato troppo di frequente, potrebbe andare incontro alla perdita di quello strato lipidico protettivo prodotto naturalmente dalle ghiandole sebacee della sua pelle; questo lo esporrebbe a dermatiti e infezioni della cute.
In realtà dunque non esiste una regola fissa per la pulizia del cane. La periodicità con cui lavare il nostro amico a quattro zampe dipende da diversi fattori.
Se avete un cucciolo, la prima cosa da fare quando lo portate a casa non è il bagno. Fino al quarto mese di vita evitate di lavarlo. A causa di difese immunitarie non del tutto sviluppate, il nostro amico a quattro zampe potrebbe incorrere in problemi per la sua salute. Nel caso in cui non possiate proprio farne a meno a causa di uno sporco eccessivo, usate uno shampoo a secco.
Se un animale vive in casa non sarà necessario un bagno troppo frequente. L'appartamento è un luogo pulito. La frequenza di lavaggio potrebbe aggirarsi intorno a una volta ogni due o tre mesi. Diverso è il caso di un cane che vive in giardino. La pulizia in questo caso può essere eseguita una volta al mese.
Per i cani a pelo lungo la frequenza del bagnetto, a seconda dei casi, è di una volta al mese. Per quelli col pelo di lunghezza media, la frequenza si aggira intorno a una volta ogni mese e mezzo. Se il vostro cane ha invece il pelo corto, la frequenza di lavaggio si riduce a una volta ogni due mesi circa.
Presso alcuni punti vendita Zoo Service è possibile prendersi cura a 360° del proprio cane o gatto grazie al servizio di lavaggio self service per cani o gatti, con shower dog e toelettatura. Una scelta comoda e sicura che consente di risparmiare denaro senza creare disastri in casa.
Il servizio è disponibile presso Zoo Service di via Ugo La Malfa e Zoo Service di Carini, in via Ciachea.
“Qui gatta ci cova”, recita un noto proverbio. Ma quali sono gli indizi che ci fanno capire che il nostro amato felino ha qualcosa di insolito e probabilmente si prepara a dare alla luce dei piccoli micetti?
Come si manifesta la gravidanza nei gatti, quanto tempo dura e come occorre gestirla?
Il periodo di gestazione di un gatto dura circa nove settimane, ma in alcune razze può protrarsi anche qualche giorno in più. In questo arco di tempo gli esperti distinguono diverse fasi, facendo coincidere l’inizio della gestazione con il momento in cui la gatta va in calore. In questa fase la gatta dà segni di insofferenza e agitazione, miagola frequentemente e manifesta con insistenza il desiderio di uscire fuori.
A concepimento compiuto tali comportamenti cessano e ha inizio la fase della gravidanza vera e propria, che dura circa due settimane ed è caratterizzata da inappetenza, senso di nausea e a volte anche vomito e temperatura corporea più bassa di circa due gradi rispetto a quella normale di 38,9 °C.
Raggiunto il primo mese di gestazione, la pancia della gatta appare molto pronunciata, e i cuccioli sono perfettamente individuabili attraverso un’ecografia. Intorno al cinquantesimo giorno anche le mammelle della gatta appariranno più piene, e la micia, stanca e affaticata, tenderà a dormire di più e a ridurre al minimo i movimenti. Verso il sessantesimo/settantesimo giorno, ovvero nella parte finale della gestazione, hanno inizio le perdite vaginali che conducono al parto.
Solitamente ci si riesce ad accorgere che una gatta è in dolce attesa solo quando la gravidanza ha già raggiunto uno stadio avanzato. Fare attenzione ad alcuni segnali rivelatori come l’inappetenza, l’irrequietezza, l’eccessivo miagolio e la tendenza a lavarsi più del normale le parti intime possono però aiutare a rendersene conto già nelle fasi iniziali.
È quindi bene portare subito la gatta dal veterinario, che saprà indicare il modo migliore per aiutare la micia durante tutto il periodo. La gravidanza nei gatti indica anche un maggiore bisogno di cure e attenzioni. È quindi opportuno manifestarle il proprio affetto coccolandola, aiutandola nell’igiene quotidiana, e predisponendo una comoda cuccia dove la micia potrà sentirsi comoda e a proprio agio e che sarà anche il posto perfetto dove farla partorire. Inoltre, è importante far seguire alla gatta un’alimentazione adeguata al suo stato, che le fornisca un apporto calorico corretto per il sano sviluppo dei cuccioli.
Estremamente ricettivi e dotati di un udito sopraffino, molto più sviluppato rispetto a quello umano, i cani sono in grado di percepire prima dei loro padroni determinati tipi di rumori, che interpretano subito come segnali di un pericolo da cui proteggersi.
Per esempio, essi riescono ad avvertire in anticipo la riduzione della pressione atmosferica che di solito preannuncia il temporale. In base al proprio particolare temperamento, comunque, i cani reagiscono diversamente all'avvicinarsi di un temporale. Alcuni, infatti, appaiono semplicemente più nervosi e irrequieti del solito, mentre altri mostrano un respiro più affannato, corrono alla ricerca di un riparo e vanno a rifugiarsi tra le gambe del proprio padrone; altri ancora addirittura scappano dal posto in cui si trovano in preda a vere e proprie crisi di panico, con concreti pericoli per la loro incolumità. In generale, la maggior parte dei cani ha paure del temporale.
Come fare, quindi, a rassicurare il proprio amico a quattro zampe nel corso di un temporale?
Innanzitutto, occorre trasmettere al cane serenità, facendogli comprendere che i suoni che avverte non costituiscono alcun pericolo. Per far sì che il messaggio gli arrivi chiaro bisogna quindi mantenere un comportamento normale e tranquillo, ed evitare sia di rimproverarlo sia di coccolarlo eccessivamente.
Molto utile può anche rivelarsi la tecnica di distrarlo stimolandolo a giocare oppure dandogli qualcosa da mangiare – un osso, un biscotto oppure un croccantino – in quanto la masticazione riduce considerevolmente i livelli di stress. Un altro consiglio è quello di tranquillizzarlo avvolgendolo in una copertina, chiudere le finestre e accendere la radio o la televisione per coprire il rumore dei tuoni. Inoltre, un espediente che potrebbe funzionare bene consiste nell'abituare il cane al temporale facendogli ascoltare fin da cucciolo delle registrazioni che ne riproducono il frastuono tipico, accompagnando l’ascolto con giochi a premi, in modo che il cane associ il rumore dei tuoni a qualcosa di positivo.
Gli Inseparabili sono i coloratissimi pappagallini africani più diffusi nelle nostre case. Appartengono al genere Agapornis e presentano ben 9 specie.
Le specie di Inseparabili più diffuse sono tre e si differenziano per la variegatura dei loro colori.
Inseparabile Roseicollis:
si riconosce per il colore blu sul dorso, rosa-rosso sulla testa, la punta scura delle ali e verde sul corpo.
Inseparabile Fischer:
questa specie assomiglia molto all’Inseparabile Roseicollis, ma a differenza di quest’ultimo presenta un colorito sfumato tra il rosso e l’arancione nella zona collo/ testa.
Inseparabile Personata:
è caratterizzato dalla testa nera, collo e coda gialli, l’assenza di piume nel contorno occhi e dal piumaggio verde in tutto il resto del corpo.
Come prendersi cura degli Inseparabili?
Questi pappagalli hanno bisogno principalmente di compagnia e di spazi ampi, per poter volare di tanto in tanto. Per questi motivi è opportuno fare in modo di comprare una coppia di Inseparabili piuttosto che un solo esemplare della specie. Per essere certi di aver acquistato due esemplari di genere diverso, bisogna ricorrere spesso ad un test genetico. Purtroppo il riconoscimento del sesso è un compito complesso anche per un occhio esperto, poiché bisogna osservare la posizione di due piccoli ossicini presenti sotto la coda.
Gabbia: quale scegliere e dove collocarla?
Gli Inseparabili amano potersi spostare con delle piccole planate, pertanto sarebbe ottimale una gabbia non tanto alta, ma soprattutto larga; al suo interno si possono inserire anche dei giochini come il grit o dei legnetti. Importante è tenere la gabbia pulita, quindi buttare tutti i residui di giochini o cibo, ed evitare che questa sia esposta a correnti o alla luce del sole per troppo tempo.
Gli Inseparabili amano la compagnia anche degli umani, per questo non disdegneranno di essere collocati in una stanza vissuta dalla famiglia, anzi ne saranno felici. Questi pappagallini, se addestrati fin da piccoli, riescono ad imitare il fischio del padrone, riconoscere il proprio nome e talvota riescono pure a giocare con il padrone.
Alimentazione e riproduzione degli Inseparabili
Se si vuole garantire una lunga vita ai nostri vivaci Inseperabili, che mediamente vivono circa 10-15 anni, si deve seguire una corretta dieta.
ALIMENTI APPROVATI:
ALIMENTI DA EVITARE:
Il nido è il primo passo verso la riproduzione. Gli Inseparabili infatti non si riprodurranno mai in assenza di un luogo sicuro dove deporre le uova. Per fare in modo che i nostri Inseparabili preparino il nido, si dovrà predisporre il materiale(rametti di varia lunghezza e spessore) che inseriranno all’interno della classica casetta di legno che viene posta nella gabbia. Una volta fatto il nido, la femmina deporrà le uova, in media un uovo ogni 48 ore, fino ad un massimo di sei uova. La schiusa avverrà circa 23 giorni dopo e i piccoli Inseparabili saranno pronti al lasciare il nido entro una quarantina di giorni.
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Se credete sia solo morboso attaccamento, quasi sicuramente è ansia da separazione
Ansia da separazione del cane: è un problema psicologico, i cui sintomi vengono confusi spesso dal padrone come segni di affetto. Non definite una “peste” il vostro cucciolo se, quando uscite lasciandolo solo in casa, vi fa trovare tutto a soqquadro.
Potete riconoscere facilmente se avete un cane affetto da ansia da separazione perché presenterà almeno uno dei seguenti comportamenti, che sono da considerare campanelli d'allarme:
La causa più frequente per cui un cane può essere affetto da ansia da separazione è il distacco troppo precoce dalla mamma. Questo causa nel cucciolo un forte senso di insicurezza che lo porterà a legarsi in modo morboso al padrone. Un’altra causa può essere la nascita o l’introduzione di un nuovo membro nel nucleo familiare.
Il problema dell’ansia da separazione è un disagio comportamentale è come tale va corretto.
Uno dei modi possibili per attenuare il problema è procurare un compagno al nostro amico Fido .
Un altro modo potrebbe essere rieducare il nostro amico a quattro zampe, per esempio fingendo di non vedere le sue richieste di attenzione, quando si rincasa. E’ opportuno ignorarlo per qualche minuto e, salutarlo solo quando avrà smesso di cercare attenzioni.
Esperti cinofili, in generale consigliano di abituare il cucciolo fin da subito a stare da solo. Inizialmente si può lasciare il cucciolo solo per pochi minuti al giorno, fino a quando non comincia ad innervosirsi. E’ fondamentale in quel periodo non fargli subire traumi. Successivamente il tempo trascorso lontano dal padrone potrà essere maggiore. E’ importante che il cane capisca che il padrone non è eterno, ma sicuramente una figura costante e sicura. In tal modo porrete le basi per un rapporto sano e non di morbosa dipendenza, causa dell’ansia da separazione.
Durante le vacanze o semplicemente per un weekend fuori porta può capitare di affrontare un viaggio in auto con il nostro inseparabile amico a quattro zampe.
Prima di affrontare lunghi spostamenti in auto è indispensabile abituare il cane al viaggio in auto, iniziando con piccoli spostamenti, per osservare le sue reazioni ed il suo comportamento.
Dal punto di vista del codice della strada, è possibile trasportare in auto un solo cane di qualsiasi taglia con la ovvia accortezza di non arrecare disturbo o pericolo al conducente. Attenzione a non lasciare libero il cane in auto. Potrebbe, infatti, saltare in avanti, infastidendo il guidatore. Meglio utilizzare un kennel rigido. Prima di far affrontare un lungo viaggio al proprio cane in un trasportino, è bene faro abituare gradualmente.
Se questo tipo di soluzione non piace proprio al vostro cane, potreste optare per assicurarlo al sedile posteriore con un’apposita cintura di sicurezza oppure ospitarlo libero nel bagagliaio ma separato da una rete divisoria adatta.
Per evitare che il cane possa vivere il viaggio in auto come una situazione di forte stress è necessario dedicargli le giuste attenzioni. Anche il cane, infatti, può soffrire di mal d’auto. Per prevenire la cinetosi meglio far viaggiare il cane a stomaco quasi vuoto, facendolo mangiare un poco circa tre ore prima del viaggio.
Attenzione anche alla temperatura in auto. È bene mantenere fresco l’abitacolo, tenendo i finestrini leggermente aperti e non esagerando con l’aria condizionata.
Circa ogni due ore bisognerebbe fare una sosta per far scorrazzare qualche minuto il vostro cane, per dissetarlo e per fargli fare i propri bisogni. Meglio evitare il cibo, a meno che il viaggio non sia molto lungo. In questo caso meglio preferire cibo secco.
Per mantenere tranquillo il vostro animale a quattro zampe può essere utile portare in auto un gioco e la sua coperta ricreando così un ambiente familiare.
Condividere la propria vita con un cane regala moltissime emozioni positive ed un’esperienza senza eguali. Al nostro amico a quattro zampe è necessario, però, dedicare le giuste e costanti cure e attenzioni per garantirgli il massimo del benessere.
Tra le piccole azioni che bisogna compiere ogni giorno vi è sicuramente l’attenzione da dedicare alla ciotola del nostro cane. Occorre riempire regolarmente la ciotola con dell’acqua fresca, che non deve mai mancare.
Per chi abita in appartamento, sarebbe opportuno fare almeno tre passeggiate con il proprio amico a quattro zampe. Meglio se suddivise in mattino, pranzo e sera. In questo modo il cane evita il rischio di dover trattenere a lungo i propri bisogni con la possibilità di sviluppare possibili patologie alla vescica. Per evitare che dopo la passeggiata il cane continui a leccarsi, è bene pulire le zampe e le parti intime con una salviettina imbevuta.
La spazzolatura, inoltre, può essere un ottimo modo per ritagliarsi del tempo con il proprio cagnolino, trasformando un momento di pulizia in uno di coccole. Nel caso di cani a pelo lungo o medio-lungo, il pelo del cane andrebbe spazzolato ogni giorno. La spazzolatura è fondamentale per eliminare polvere, terra e per evitare che si formino dei nodi fastidiosi.
Oltre alla spazzolatura è bene di tanto in tanto procedere anche ad un bagno del nostro amico a quattro zampe. Vanno evitati, però, i lavaggi troppo frequenti che asportano il sebo di protezione del pelo.
Tra le piccole attenzioni da dedicare al nostro fido vi è sicuramente la cura dei suoi denti. Per prevenire la formazione di tartaro o di fastidiosi problemi di alitosi, sarebbe opportuno abituare il proprio cagnolino all’utilizzo dello spazzolino e del dentifricio per animali o di appositi snack utili alla pulizia dei denti.
Altra operazione da non trascurare è il taglio delle unghie. Il cane, infatti, riesce a consumarle solo se fa molta attività fisica all’aria aperta. I cani che vivono in casa e trascorrono poco tempo fuori, hanno solitamente la tendenza ad avere unghie molto lunghe. In questo caso è bene intervenire utilizzando un apposito tagliaunghie.
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