Zoo Cares

Spazzolare il gatto: benefici e consigli

Spazzolare il gatto non è un’abitudine molto comune, dal momento che i gatti sanno provvedere alla loro pulizia autonomamente, ma, a volte, risulta necessario.

Per farlo bene bisogna seguire delle piccole regole, in modo tale che spazzolare il gatto diventi meno stressante, sia per i gatti, che per i loro padroni.

Spazzolare il gatto, specie con l’arrivo della primavera, impedisce che questo perda molti peli, che si formino, di conseguenza, buchi sul suo manto e che abbia problemi digestivi dovuti all’ingerimento del pelo in eccesso.

La pratica dello spazzolamento varia a seconda che il gatto abbia un pelo corto o un pelo lungo.

Nel caso di un gatto a pelo corto si consiglia:

  • di effettuarla almeno una volta a settimana

  • di usare spazzole a denti duri, di metallo o plastica

  • di raccogliere il pelo con un guanto

Nel caso di un gatto a pelo lungo è consigliato:

  • di effettuarla una volta al giorno

  • di usare spazzole a denti larghi

  • di iniziare dalla pancia e finire con il dorso

  • di raccogliere i peli con un guanto di gomma

In entrambi i casi sarebbe opportuno approfittare dei loro momenti di relax per non spaventarli e di abituarli allo spazzolamento fin da piccoli, meglio se alla stessa ora del giorno. Inoltre è importante non andare mai con la spazzola in contropelo!

Spazzolare il gatto però, non deve essere un’abitudine che si sostituisca alla tolettatura e al controllo periodico di pulci e zecche. I gatti che vivono all’aperto hanno maggior bisogno di cure e di controlli veterinari, nonché di pulizia.

Da Zoo Service mettiamo la nostra professionalità e la nostra passione al servizio dei vostri gatti, prendendoci cura del loro pelo e della loro salute.

25 Gennaio 2019
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gatto e neonato

Gatti e neonati: consigli sulla convivenza

L’arrivo in casa di un bambino segna sicuramente un grosso cambiamento per le abitudini di ogni famiglia. Fra le mille questioni a cui prestare attenzione, importantissima risulta quella relativa alla gestione degli animali domestici, specie quando si parla di gatti. Ecco qualche consiglio sulla gestione della convivenza tra gatto e neonato.

Costruire ex novo un rapporto fra un neonato e il felino non è una cosa del tutto semplice, ma è possibile facilitare questo approccio attraverso piccoli espedienti e accorgimenti.

Come fare abituare il gatto a un neonato?

La prima cosa da fare, dopo la nascita del piccolo, è quella di creare familiarità fra il suo odore e il fiuto del gatto. Per questo sarebbe saggio fargli odorare un vestito o un lenzuolo usato dal bambino, così da poter “accorciare metaforicamente” le distanze fra i due. Accertarsi quindi che il neonato non possegga forme di allergia al pelo dell’animale e, in caso, rivolgersi immediatamente al medico.

Necessario inoltre stabilire delle “regole” con il cucciolo, affinché impari a muoversi nel proprio spazio, senza invadere quello del piccolo. Ciò implica stabilire chiaramente le aree consentite e vietate, aiutando il gatto a comprendere come comportarsi intorno al nuovo arrivato. Introduci gradualmente il gatto a queste regole, utilizzando rinforzi positivi come premi o attenzioni quando rispetta gli spazi designati. Se il gatto mostra comportamenti indesiderati, come tentativi di invasione dello spazio del neonato, correggi immediatamente con gentilezza.

Al primo avvistamento, il felino, in quanto curioso per natura, si avvicinerà sospettoso al bebè. A seconda del tipo di rapporto con l’animale, sarà necessario scegliere se permettere un contatto fra i due o evitarlo, almeno per i primi tempi. In entrambi i casi, andrebbe prediletto un atteggiamento dolce e comprensivo. Un rimprovero violento e spaventoso rischia di compromettere sul nascere la relazione fra gatto e neonato e allungare i tempi della familiarità. Attenzione anche allo stato di agitazione e di stress del gatto. Qualora l’animale si mostrasse irrequieto, sarebbe opportuno allontanare il bambino per evitare il verificarsi di spiacevoli incidenti.

Inoltre, per quanto affettuoso e addomesticato sia, si tratta pur sempre di un animale. Ecco perché sarebbe opportuno renderlo il meno “pericoloso” possibile: una precauzione potrebbe essere quella di tagliargli le unghie, evitando che possa graffiare – anche inavvertitamente – il bambino. La presenza del piccolo dovrebbe quindi determinare un aumento di attenzioni anche nei confronti della salute del gatto. Opportuno pertanto procedere con visite mediche periodiche e le dovute vaccinazioni.

L'immunizzazione adeguata è cruciale per prevenire malattie e mantenere il gatto in salute, specialmente in un contesto familiare che coinvolge un neonato. Integra questa attenzione alla salute nel tuo programma familiare, rendendola una pratica regolare. Questo non solo contribuirà al benessere del gatto, ma garantirà anche un ambiente più sicuro per il neonato, riducendo potenziali rischi di trasmissione di malattie.

Per ultimo, ma non per importanza, accertarsi che il neonato non possegga forme di allergia al pelo dell’animale e, in caso, rivolgersi immediatamente al medico.

Ma vediamo come comportarsi prima che arrivi il bambino, e dunque come fare con i gatti in casa se sei in gravidanza.

Quando sei incinta puoi stare a contatto con i gatti?

Sì puoi stare a contatto con il tuo gatto senza problemi. Tuttavia, occorre lavarsi accuratamente le mani dopo aver cambiato la lettiera o meglio, lasciare che sia qualcun altro a farlo. Il veterinario può comunque verificare con un semplice test se il tuo gatto ha contratto l’infezione, così da toglierti ogni dubbio.

Il personale di Zoo Service, nei vari punti vendita, è sempre a disposizione per eventuali chiarimenti e suggerimenti per l'acquisto dei prodotti adeguati alle singole esigenze di ogni animale.

Se stai cercando i migliori prodotti per il benessere del tuo animale domestico, puoi rivolgerti ai punti vendita ZooService di Palermo e Trapani. Qui troverai una vasta gamma di prodotti selezionati con cura per garantire la massima qualità e il miglior rapporto qualità-prezzo.

30 Gennaio 2024
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Giochi per gatti: divertimento e stimolazione mentale

Giocare con il proprio gatto è molto più che una semplice attività ricreativa, è un momento fondamentale qualunque sia la loro età. Oltre a fornire divertimento e intrattenimento, ha numerosi vantaggi per il benessere fisico e mentale dei nostri piccoli animali ed è anche un ottimo metodo per rafforzare il legame con i padroni, migliorandone la relazione.

Ci sono numerosi giochi divertenti e stimolanti che si possono fare con il proprio gatto, come per esempio:

  • Palle rotolanti: i gatti amano inseguire oggetti in movimento, quindi le palle di lattice o altri materiali possono essere un'ottima scelta.
  • Circuiti, tunnel e giocattoli da caccia: questa categoria di giochi è eccellente per mantenere attiva l'attenzione dei gatti e stimolare il loro istinto da predatori.
  • Giochi nascondino: nascondere dei piccoli premi o crocchette in diversi punti della casa e lasciare che il gatto li trovi. Questo gioco li stimola mentalmente e li intrattiene.

É bene tenere presente che i gattini più piccoli necessitano più attenzioni e giochi adattati alla loro età, che favoriscano lo sviluppo delle loro capacità motorie e cognitive. Potrebbe essere un’ottima idea regalare al nostro gattino un piccolo peluche da mordicchiare, ma anche una semplice pallina può risultare molto divertente per i cuccioli: possono inseguirla, saltarci sopra e giocarci per ore.

Non esiste un gioco che sia perfetto per tutti i mici, ogni gatto è diverso e ha i suoi gusti e le sue preferenze. Alcuni adorano inseguire le palline, altri preferiscono giocattoli che possono mordere e strappare, altri ancora amano arrampicarsi sugli indispensabili tiragraffi. Basterà osservare attentamente il comportamento del nostro animaletto per scoprire quali giochi preferisce.

Attraverso il gioco, permetterai al tuo gatto di mantenere una buona salute e sarà oltretutto un’occasione per rafforzare il vostro legame, creando momenti di gioia e complicità.

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24 Agosto 2023
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spazzolare il pelo dei gatti è molto importante

Spazzolare il pelo dei gatti: benefici e consigli tecnici

Non tutti lo sanno, ma il manto non serve solo a scaldare il nostro amico a quattro zampe: è anche una parte fondamentale del suo corpo, da curare con attenzione per garantire il suo benessere. Per questo spazzolare il pelo dei gatti è molto importante, sotto diversi punti di vista.

Si tratta di una pratica salutare sia per i gatti a pelo lungo che per quelli a pelo corto: serve a sciogliere eventuali grovigli e soprattutto a rimuovere lo sporco, il grasso e i peli caduti per via del ciclico rinnovo del manto.

Quest'azione di rimozione aiuta a prevenire i boli, ovvero gli ammassi di pelo non digeriti che il gatto tende poi a sputare, tossire o vomitare e che possono persino provocare dei blocchi intestinali.

L'azione della spazzola o del pettine stimola poi la circolazione sanguigna, migliorando le condizioni generali del derma e rimuovendo le cellule morte.

Guardando il quadro generale, inoltre, quando si spazzola regolarmente il pelo del gatto si ha la possibilità di tenere sotto controllo le condizioni della sua pelliccia.

Questo permette di scovare in tempo i parassiti, di trovare ferite prima che si infettino e persino di identificare segni di stress e di malattie del tratto digerente. Caduta di pelo, opacizzazione e alopecia possono infatti indicare che il gatto è nervoso, o che non è nutrito correttamente.

Per quanto riguarda il corretto spazzolamento, per i gatti a pelo lungo bisogna usare una spazzola con setole ultradelicate mentre per i gatti a pelo corto servirà un pettine in metallo. In entrambi i casi occorre muoversi con delicatezza, iniziando dall'addome per poi spostarsi alle zampe e al dorso, fino a concludere con la testa.

Bisogna sempre fare attenzione a seguire la direzione in cui crescono i peli: spazzolare contropelo provoca infatti una sensazione spiacevole, che può portare il gatto a fuggire. Dopo la spazzolatura è consigliato accarezzare il gatto con un panno di camoscio, che oltre a rimuovere ulteriori peli caduti darà lucentezza all'intero manto.

19 Febbraio 2019
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gatto stressato

Gatto stressato: i segnali

Se il tuo gatto assume comportamenti diversi dal solito, è più svogliato o tende a leccarsi di più, potresti facilmente pensare ad un problema alimentare o ambientale, al calore in arrivo e altre patologie che lo portano a cambiare radicalmente il suo umore.

Contattare il veterinario è sempre giusto, poiché il problema di salute è sempre in agguato, ma spesso non si tratta di una malattia fisica quanto proprio umorale: semplicemente stress, proprio come quello che avvertiamo noi umani.

Un gatto stressato manda segnali che, purtroppo, sono fraintendibili come sintomi di altre malattie, ma in definitiva potrebbe trattarsi proprio di uno stato d’ansia, di noia o di reazione a cambiamenti, come trasferimenti, cambi di casa o modifiche della routine quotidiana che portano il felino a subire un calo d’umore.

Anche per loro esistono diversi stadi di stress, e un gatto un po’ stressato rispetto ad un gatto molto stressato si comporta in maniera molto differente.

Gli atteggiamenti e le caratteristiche fisiche di un gatto leggermente stressato sono: pupille normali o parzialmente dilatate; orecchie leggermente abbassate; postura da poco tesa a tesa; mento non poggiato a una superficie; miagolio triste; esplorazione eccessiva della gabbia; coda tenuta intorno al corpo, ma non aderente.

Un gatto molto stressato è facilmente riconoscibile da: pupille molto dilatate; postura di chiusura in sé stesso, con pelo, corpo e testa appiattiti; coda avvolta intorno al corpo; soffio di minaccia quando viene avvicinato; rintanato in fondo alla gabbia per essere lasciato solo; respirazione accelerata e tremore.

Se riconosci questi segnali, il veterinario resta il tuo migliore alleato per capire cosa sta turbando il tuo gatto e come tranquillizzarlo. Se non si tratta di un malessere fisico, dovresti rivedere la gestione casalinga della sua vita ed eventualmente provare con dei tranquillanti naturali, come i fiori di Bach o altri integratori alimentari che solo un professionista può consigliarti.

3 Febbraio 2019
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lettiera gatti

Due gatti in casa: possono usare la stessa lettiera?

Si sa che il gatto è un animale molto territoriale: ama proteggere i suoi spazi, è indipendente e ama vivere perlopiù in solitudine. Per questo, secondo i veterinari e gli esperti in comportamento felino è sbagliato far utilizzare la stessa lettiera a due gatti che convivono nella stessa casa.

Proprio per i motivi sopra spiegati, i gatti non amano condividere la stessa lettiera. Al contrario, invece, nel caso in cui si avessero due gatti in casa l’ideale sarebbe avere tre lettiere.

Quali caratteristiche deve avere una lettiera?

Il motivo per cui ci sarebbe bisogno di una lettiera extra riguarda il fatto che spesso il gatto può scegliere un posto differente rispetto quello in cui avete installato la lettiera. Potrebbe avere un altro posto preferito dove rifugiarsi per i suoi bisogni.

Il luogo dedicato alla lettiera (o alle lettiere) deve essere scelto secondo ben precisi criteri: un posto tranquillo, appartato, lontano dal caos quotidiano e dai rumori, e soprattutto lontano dalle ciotole di acqua e cibo.

Caratteristiche importanti della lettiera: la dimensione e la pulizia. La cassetta del gatto, infatti, deve essere sempre grande il doppio di lui, in modo tale che possa muoversi liberamente e stare comodo durante i suoi bisogni.

In merito alla pulizia, è chiaro che tenere pulita la lettiera del gatto è vantaggioso sia per i gatti sia per l’uomo che deve conviverci. A questo proposito esistono in mercato le lettiere autopulenti che possono essere programmate fino a quattro pulizie giornaliere. Ciò che è fondamentale è la scelta della sabbietta che non deve essere profumata ma inodore.

Il personale di Zoo Service nei vari punti vendita è pronto a fornirvi le indicazioni adeguate in base alle vostre singole esigenze.

17 Dicembre 2018
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tiragraffi gatto

Scegliere il tiragraffi giusto per i gatti: alcuni consigli

Come proteggere i mobili dal proprio gatto? La soluzione c’è: un tiragraffi. Si sa, i gatti amano arrampicarsi e hanno costante bisogno di “farsi le unghie”. Per questo motivo avere un tiragraffi in casa è un’ottima idea per evitare che i mobili diventino il loro gioco preferito.

Come scegliere il tiragraffi giusto? Per scegliere quello che sarà l’angolo di paradiso del proprio gatto, il posto dove andrà a rilassarsi o a rintanarsi, è importante badare a tre cose: l’altezza del tiragraffi, il luogo in cui è posizionato, la stabilità del gioco.

Più alto è meglio è: l’altezza è una caratteristica fondamentale per il tiragraffi del gatto. Deve svilupparsi in verticale e essere abbastanza alto da poter dare al gatto una visione di insieme della stanza in cui è. Ai gatti piace il “dominio” sul territorio, per cui un tiragraffi alto sarà il loro trono oltre un gioco.

Un luogo privilegiato: per lo stesso motivo spiegato sopra, per il gatto a cui piace il controllo è bene scegliere un luogo adatto al tiragraffi, dove potersi rilassare ma anche controllare ogni movimento circostante. Oltre questo, il luogo è importante anche perché quello sarà lo spazio in cui rilassarsi e rifarsi le unghie appena svegli. Altra zona strategica dove posizionare il gioco è vicino porte e finestre dove il micio può osservare anche fuori.

Sicurezza e stabilità: per garantire al gatto un momento di relax e di gioco, il tiragraffi deve avere una struttura stabile e sicura. Una struttura traballante e poco ferma, sarà solo un motivo in più per ritornare ai vecchi cari mobili o al divano più vicino per rifarsi le unghie.

In sintesi, scegliere un buon tiragraffi è semplice, basta seguire poche regole in base allo spazio in casa e alle abitudini del proprio gatto. Se all’inizio sarà indifferente, piano piano ne sarà incuriosito e poi prenderà sempre più confidenza, fino a diventare il suo posto più tranquillo.

4 Dicembre 2018
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carattere del gatto

Carattere del gatto? Lo rivela il colore del pelo

Anche se indiscutibilmente il carattere del gatto è strettamente legato al suo background e alle sue abitudini, pare che anche il colore del pelo abbia la propria influenza.

Tra la melanina e la dopamina nel gatto ci sarebbe infatti un legame diretto: le molecole biologiche che stabiliscono la pigmentazione influenzerebbero il neurotrasmettitore e viceversa, dando vita a un tipo di personalità piuttosto che un'altra. Ma vediamo tutti i tipi di carattere.

Carattere dei gatti grigi

Pare che i gatti grigi discendano tutti da un piccolo gruppo di gatti selvatici africani che pur essendo stati addomesticati circa 10.000 anni fa hanno mantenuto un carattere indipendente. Si tratta di gatti abbastanza solitari, con la la tendenza a giocare in modo aggressivo.

Carattere dei gatti bianchi

La maggior parte dei gatti bianchi hanno un alto rischio di sordità congenita. Addirittura quelli con gli occhi azzurri nascono sordi. In genere hanno disturbi della vista e della pelle. Per queste ragioni sono generalmente molto timidi e tendono a seguire il padrone dappertutto.

Carattere dei gatti neri

I gatti neri hanno tratti genetici simili a quelli grigi: sono indipendenti e selvaggi e possono essere imprevedibili. Alternano momenti di grande dolcezza a momenti di solitudine. Hanno la tendenza a girovagare e uno spiccato spirito d'esplorazione.

Carattere dei gatti arancioni

I gatti arancioni sono solitamente maschi. Per uno strano scherzo della genetica, le femmine sono presenti con un rapporto di 1 su 5. Tendono a essere particolarmente espressivi, miagolano e chiedono coccole in maniera molto frequente. Hanno un'indole dolce e molto tenera.

Gatti bicolori

I gatti bicolori sono abbastanza intraprendenti e intelligenti. Hanno una spiccata attitudine alla caccia e non sono tra i più affettuosi. Nonostante questo, riconoscono gli amici umani e stringono con loro un legame unico e fedele, che difenderanno sempre, anche manifestando gelosia.

Gatti tricolori o tartarugati

In generale i gatti tricolori o tartarugati sono molto espressivi e assertivi. Miagolano molto, tendono a essere affettuosi e a stringere un legame particolare con uno dei membri della famiglia, legandosi non in modo esclusivo ma sicuramente molto stretto.

Le analisi su manto e carattere sono state svolte da diversi esperti e sono state per lo più basate sull'osservazione e sul rilevamento di tratti comuni su gruppi di gatti dello stesso colore.

9 Novembre 2018
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gatto arancione

Gatto arancione: caratteristiche e curiosità

I gatti sono fra gli animali domestici più amati, felini particolarmente affascinanti, dalle infinite varietà e combinazioni di colore. Una delle varietà più amate è sicuramente il gatto arancione.

Il loro legame tra gatto e uomo è assai antico: si consideri infatti che vennero addomesticati dagli egizi molto prima dei cani, già nel IV millennio a.C. Questa ed altre civiltà del nord Africa ne fecero col tempo dei veri e propri simboli religiosi, sacri e da venerare.

Di gatti ne esistono un’infinità di varietà e combinazioni di colore, date dai mille incroci possibili. Talvolta, le varietà genetiche fanno sì che anche all’interno della stessa cucciolata ce ne siano di estremamente diversi. Il colore però non deve essere identificato con la razza, che è cosa ben diversa. A definire quest’ultima sono invece caratteristiche fisiologiche e genetiche di altra natura. Così, è possibile imbattersi in gatti del medesimo colore ma di razze totalmente diverse.

Una delle varietà cromatiche più amate e ricercate è senza dubbio il gatto arancione. Sebbene non esistano verità scientificamente attestate a determinare un legale fra colore e carattere del felino, molti appassionati sono convinti che che i gatti arancioni siano i più affettuosi e socievoli. A loro vengono anche associate altre qualità “caratteriali”, come la dolcezza e la pigrizia.

Sembra che adorino per natura le coccole, ma che non amino essere presi in braccio. E’ opinione diffusa che i gatti arancioni risultino tutti di sesso maschile, anche se si tratta di una notizia falsa. La combinazione cromosomica porta sì a generare in prevalenza cuccioli maschi, ma è altresì vero che il 30% nasce comunque femmina. Dato certo è invece che i gatti arancioni vengono adottati più facilmente degli altri.

A favorire il feeling potrebbe essere la costante presenza di questo felino nella cultura popolare. E’ arancione Garfield, il protagonista indiscusso dei fumetti anni ‘80, poi diventato anche un “divo” di tv e cinema. Ma di tale varietà cromatica si parla anche nel Vangelo, con la leggenda che vuole far risalire il comune segno di “M” idealmente tracciato sul pelo di molti felini arancioni a un bacio della Madonna.

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23 Ottobre 2018
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gatto grigio carino 1339 7662

Come educare il gatto alla lettiera

A partire dalla quarta settimana di vita, per il gatto, cercare un posto dove nascondere i propri bisogni, è istintivo. Se la natura non dovesse fare il suo dovere, però, è necessario seguire alcuni consigli per educare il gatto alla lettiera.

Il motivo per cui i gatti nascondono i propri bisogni dipende dal loro desiderio di sfuggire a prede e predatori che potrebbero sentire i loro odori. Il gatto addomesticato, conserva lo stesso istinto. Per questo è necessario seguire alcune regole per far sì che “accetti” la lettiera come luogo prescelto.

Prima di tutto, la lettiera deve essere abbastanza grande e profonda per consentire al gatto di girarsi, muoversi e scavare al suo interno.

In quanto alla posizione in casa: non deve essere messa accanto alle ciotole in cui il gatto mangia, ma in un posto intimo, appartato e facilmente accessibile.

Proprio perché il suo obiettivo sarà quello di nascondere i suoi odori, la lettiera va pulita quotidianamente e va cambiata la sabbia almeno una volta alla settimana. Durante la pulizia, è consigliabile non utilizzare prodotti dall’odore forte che potrebbero infastidire il gatto.

Come abituare il gatto alla lettiera?

Per i gatti più testardi, i primi tempi saranno complicati, ma con pazienza si riuscirà nell’impresa. Individuare il punto in cui il gatto “preferisce” fare i bisogni, potrebbe essere utile per stabilire il luogo in cui posizionare la lettiera. A volte sono proprio gli animali a consigliarci la mossa giusta.

Se il gatto dovesse continuare a fare i bisogni sul pavimento, bisognerà prenderlo e portarlo nella lettiera nel momento in cui li sta facendo. È un comportamento utile finché il fatto non assocerà il comportamento all’oggetto. Infine, una volta associato il comportamento, quando il gatto farà i suoi primi bisogni nella lettiera andrà premiato secondo quella che è definita la tecnica del rinforzo positivo.

17 Agosto 2018
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graffi del gatto sul divano

Graffi del gatto sul divano: come evitarli?

Il gatto è uno degli animali domestici più autonomi che ci siano. Ma una delle abitudini che infastidisce di più è il fatto di ritrovare i graffi del gatto sul divano, mobili e tende, o in generale in giro per casa.

Una delle attività tipiche della routine felina è infatti quella di farsi le unghie contro superfici dure e ruvide, per eliminare le estremità “morte” degli artigli e tenere in allenamento i muscoli delle zampe. Inoltre, sembra che dietro a questo gesto ci sia anche la volontà di marcare il terreno e far capire chi comanda a padroni e altri animali.

Un’azione apparentemente innocua e naturale, ma che diventa un fastidioso problema, se il gatto abita in una casa piena di oggetti e mobili: tappeti, porte, sedie, armadi e tanto altro ancora, che possono trasformarsi, ai suoi occhi, in ottime superfici per avere unghie sempre fresche e appuntite.

Fra questi, probabilmente il più a rischio è il divano, ma per evitare che il mobile venga rovinato dagli amici a quattro zampe, basta prendere alcuni semplici accorgimenti.

Una delle cose più sagge da fare è quella di procurarsi un tiragraffi. Si tratta di piccole strutture, più o meno grandi, rivestite di un tessuto fatto appositamente per attirare il gatto e il suo bisogno di limarsi gli artigli. È consigliabile posizionarlo dove solitamente l’animale è già stato a grattarsi e strofinarsi, così da attirarlo con maggiore facilità.

Oltre all’uso del tiragraffi, rivestire il divano con una copertura morbida può essere un gesto assai utile: l’animale troverà difficoltà a graffiare una superficie non rigida e ruvida e, magari al secondo tentativo, ci rinuncerà.

Infine, una delle soluzioni a questo piccolo ma impegnativo problema è quella di prevenirlo. Curare l’igiene del gatto, non dimenticandosi di tagliargli e limargli gli artigli, può rivelarsi davvero la cosa più utile da fare. Non solo si allevierà lo stress del micio, che è una delle cause del gesto tanto odiato, ma si renderanno le sue unghie sempre pulite e appuntite, tanto da non fargli sentire la necessità di strofinarle violentemente contro i mobili.

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19 Giugno 2018
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stitichezza gatto

Come combattere la stitichezza nel gatto

Evento piuttosto frequente anche nel mondo felino, la coprostasi, ovvero la stitichezza, si manifesta nel gatto con la difficoltà dell’animale nell’andare di corpo.

Solitamente l’attività intestinale dei gatti è abbastanza regolare, e un micio defeca da una a due volte al giorno. In caso di stitichezza lieve si può intervenire sull’alimentazione del gatto, somministrandogli per un paio di giorni alimenti liquidi, oppure ad alto contenuto di fibre. Un altro accorgimento potrebbe essere quello di ammorbidire il cibo con dell’olio d’oliva o di vaselina, prestando però molta attenzione a non somministrare l’olio direttamente in bocca al gatto, perché potrebbe andargli di traverso provocando gravi problemi come la broncopolmonite ab ingestis.

Problemi di stitichezza seri possono insorgere per esempio a causa dell’ingestione da parte del gatto di grumi di peli proprio nel corso delle operazioni di pulizia quotidiane, oppure di altri oggetti come mucchietti di lana, fili o palline trovati in giro, che possono ostacolare la defecazione. Questi inconvenienti possono essere risolti somministrando al gatto prodotti specifici che lo aiutino a espellere il pelo ingerito.

Nei casi di stitichezza più gravi, l’eccessiva costipazione può addirittura causare un’occlusione intestinale. Quest’ultima, oltre che dall’ingestione di peli o altri corpi estranei, può derivare anche dalla presenza di parassiti o da feci troppo solide e disidratate.

La stitichezza, però, può anche essere sintomo di disfunzioni o patologie più o meno importanti, per esempio vecchie fratture del bacino responsabili del restringimento del canale osso da cui passa il retto, obesità, diabete mellito, ipertiroidismo, ernie, problemi al colon e addirittura tumori intestinali.

Il gatto che soffre di stitichezza spesso appare apatico, inappetente e nervoso a causa dei dolori addominali; inoltre, può manifestare più sete del normale ed essere soggetto a stimoli di vomito.

Si rivela quindi necessario l’intervento del veterinario, che sarà in grado di stabilire il da farsi. Nei casi più complicati si può arrivare addirittura all’intervento chirurgico.

30 Maggio 2018
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