Tra curiosità e consigli utili, manteniamo alto il livello di pucciosità!
Le gravidanze indesiderate per le femmine, i getti di urina nei luoghi più disparati della casa per i maschi, possono essere le principali motivazioni che spingono i padroni dei gatti a decidere di sterilizzarli. In molti casi le sterilizzazioni vengono effettuate per prevenire la comparsa di alcune patologie.
L'operazione prevede la rimozione delle gonadi degli animali, ossia di quegli organi che sono fondamentali per la riproduzione: si tratta delle ovaie per le femmine e dei testicoli per i maschi. La sterilizzazione comporta oltre che dei cambiamenti a livello psicologico e comportamentale nell'animale anche dei cambiamenti ormonali.
A cambiare è soprattutto il metabolismo, è stato osservato che i gatti sterilizzati hanno un metabolismo più lento, che si riduce del 20% rispetto a quello di un gatto non operato. La variazione della produzione ormonale causa una crescita dell'appetito ed una maggiore richiesta di cibo. Tali cambiamenti potrebbero portare a un aumento di peso dell'animale e a conseguenti problemi per la sua salute.
Per evitare che il gatto prenda peso, bisogna nutrire il proprio animale in maniera appropriata utilizzando prodotti che presentano un ridotto apporto di calorie. Si tratta di particolari tipi di mangimi che contengono pochi grassi.
Le fibre alimentari sono importanti per l'alimentazione, specie per le diete dei gatti sterilizzati. Infatti una alimentazione ricca di fibre favorisce il senso di sazietà, riempe prima di una dieta povera di fibre. Il vostro gatto in questa maniera si sazierà prima e non chiederà altro cibo.
I mangimi umidi presentano più acqua di quelli secchi. Anche l'acqua, come le fibre, è molto importante per determinare il senso di sazietà. In particolare, le fibre idrofile presenti negli alimenti legano le molecole di acqua e gonfiano lo stomaco dell'animale, dandogli un senso di sazietà. Ciò induce il gatto a smettere di mangiare e a mantenere la sua linea.
Presso i punti vendita Zoo Service potrete trovare uno staff altamente qualificato in grado di consigliarvi i prodotti più adeguati in base alle necessità dei vostri gatti ed un vasto assortimento di articoli per prendervi cura al meglio del benessere del vostro amico a quattro zampe: croccantini, scatolette, snack, integratori, ciotole, tiragraffi, giochi e tanto altro.
Adattarsi ad un nuovo habitat, a seguito di un trasloco, può comportare non poche seccature a noi umani, ma non sono da sottovalutare gli effetti negativi del trasferimento anche sulla psiche dei nostri animali domestici.
Nello specifico, è stato riscontrato che cani e gatti vivano il cambio di casa con senso di smarrimento, confusione e nervosismo. Ma, al fine di superare questa fase così particolare, alcune azioni del padrone possono rendere meno traumatico il trasloco ai nostri animali.
Spazio allora a tante coccole, senza che al cucciolo venga meno la presenza affettuosa del suo amico umano: essere distaccati o lasciarlo fin da subito da solo in casa può complicare ancora di più lo stato di confusione dell’animale . Bisogna quindi stargli vicino, concedendogli anche il tempo necessario per abituarsi alla nuova abitazione, senza forzature.
Mantenere le stesse abitudini della vita precedente è un altro degli accorgimenti piccoli ma fondamentali da prendere in considerazione: stessa cuccia, stessi giochi, stessi orari dei pasti, per una routine che resti quanto più possibile identica a quella della vecchia casa. All’animale anche l’onore di scegliersi il posto in cui sistemare la sua tana e riposare: sarebbe utile fargli annusare tutta la casa, così da prendere familiarità con l’habitat appena conquistato.
Per evitare spiacevoli smarrimenti, una volta arrivati nella nuova abitazione, potrebbe essere un’azione saggia quella di fornire al cucciolo una targhetta identificativa con dati anagrafici e indirizzo del padrone. Sempre per metterlo a proprio agio nella nuova zona, via libera a passeggiate intorno alla casa, così da fargli prendere confidenza con il territorio, i vicini ed eventuali altri animali.
Infine, non è da sottovalutare il consulto del veterinario: il medico potrebbe fornire ulteriori preziosi consigli su come garantire serenità e salute, per migliorare la vita dell’animale ed – eventualmente – prescrivere vaccinazioni specifiche, legate ai rischi del nuovo habitat.
Il gatto è uno degli animali domestici più autonomi che ci siano. Ma una delle abitudini che infastidisce di più è il fatto di ritrovare i graffi del gatto sul divano, mobili e tende, o in generale in giro per casa.
Una delle attività tipiche della routine felina è infatti quella di farsi le unghie contro superfici dure e ruvide, per eliminare le estremità “morte” degli artigli e tenere in allenamento i muscoli delle zampe. Inoltre, sembra che dietro a questo gesto ci sia anche la volontà di marcare il terreno e far capire chi comanda a padroni e altri animali.
Un’azione apparentemente innocua e naturale, ma che diventa un fastidioso problema, se il gatto abita in una casa piena di oggetti e mobili: tappeti, porte, sedie, armadi e tanto altro ancora, che possono trasformarsi, ai suoi occhi, in ottime superfici per avere unghie sempre fresche e appuntite.
Fra questi, probabilmente il più a rischio è il divano, ma per evitare che il mobile venga rovinato dagli amici a quattro zampe, basta prendere alcuni semplici accorgimenti.
Una delle cose più sagge da fare è quella di procurarsi un tiragraffi. Si tratta di piccole strutture, più o meno grandi, rivestite di un tessuto fatto appositamente per attirare il gatto e il suo bisogno di limarsi gli artigli. È consigliabile posizionarlo dove solitamente l’animale è già stato a grattarsi e strofinarsi, così da attirarlo con maggiore facilità.
Oltre all’uso del tiragraffi, rivestire il divano con una copertura morbida può essere un gesto assai utile: l’animale troverà difficoltà a graffiare una superficie non rigida e ruvida e, magari al secondo tentativo, ci rinuncerà.
Infine, una delle soluzioni a questo piccolo ma impegnativo problema è quella di prevenirlo. Curare l’igiene del gatto, non dimenticandosi di tagliargli e limargli gli artigli, può rivelarsi davvero la cosa più utile da fare. Non solo si allevierà lo stress del micio, che è una delle cause del gesto tanto odiato, ma si renderanno le sue unghie sempre pulite e appuntite, tanto da non fargli sentire la necessità di strofinarle violentemente contro i mobili.
Il personale di Zoo Service, nei vari punti vendita, è sempre a disposizione per eventuali chiarimenti e suggerimenti per l'acquisto dei prodotti adeguati alle singole esigenze di ogni animale.
Lunatici, sfuggenti e diffidenti, i gatti sono animali estremamente affascinanti da osservare e da comprendere.
Ma come fare a interpretare le mille sfumature del loro carattere e i significati del loro particolare linguaggio? Un’efficace comprensione nasce innanzitutto da un’acuta osservazione e da un ascolto attento.
Per cominciare, è bene concentrarsi sul miagolio. Spesso finalizzato a richiamare l’attenzione, il miagolio può essere usato dal gatto anche per chiedere del cibo o per esprimere gratitudine, come nel caso delle fusa, particolari versi simili a brontolii emessi dall’animale per manifestare contentezza. Il miagolio, quindi, si fa più aggressivo in situazioni di combattimento, e più energico e acuto durante il corteggiamento.
Oltre al miagolio, i gatti comunicano anche con i morsi, che possono essere teneri e giocosi, nell’ambito di un contesto ludico, oppure difensivi, nelle situazioni in cui l’animale percepisce minaccia di pericolo.
Importantissimo è anche lo sguardo del gatto. Grandi e comunicativi al massimo, gli occhi del felino sono lo specchio fedele del suo stato d’animo. Per esempio, le pupille dilatate sono segno evidente di paura, mentre se il gatto le rimpicciolisce significa che è particolarmente teso e ansioso; inoltre, se le pupille sono tonde il gatto è sereno, e lo è ancor di più se gli occhi appaiono socchiusi.
Passando alle orecchie, si possono notare diverse sfaccettature di movimento. Se il gatto tende a ruotarle vuole esprimere curiosità, mentre se le porta verso il basso e le piega all’indietro comunica ostilità.
Quando poi il micio si struscia sul corpo di una persona intende manifestare la propria amicizia e fiducia marcando il soggetto degno del suo rispetto tramite le ghiandole che si trovano sul suo muso e che rilasciano particolari ferormoni.
Infine, restano da osservare coda e zampe. Una coda bassa e rilassata indica tranquillità, alta e dritta esprime felicità; al contrario, se la coda è nascosta tra le zampe posteriori è indice di paura, se invece il gatto la agita significa che qualcosa lo turba.
Per quanto riguarda le zampe, se il gatto ne solleva una appoggiandola sulla persona vuol dire che sta chiedendo cibo oppure coccole, e se addirittura si mette a pancia in su con le zampe all’aria significa che si fida al massimo di chi gli sta intorno.
Molto amati dai bambini, gli animali domestici possono influire in modo assai positivo sullo sviluppo cognitivo ed emotivo dei piccoli.
Il contatto ravvicinato e costante con cani e gatti, infatti, rende i bambini più empatici e responsabili, favorendo inoltre lo sviluppo della loro intelligenza emotiva, fondamentale per esprimere al meglio i propri sentimenti interpretando nel contempo quelli degli altri.
Diversi studi hanno dimostrato che i bambini che vivono in compagnia di un animale domestico sono più compassionevoli verso il prossimo, poiché imparano presto a prendersi cura di un altro essere vivente. Il prendersi cura dell’animale, quindi, fa sentire il bambino competente e responsabile, con evidenti effetti benefici sullo sviluppo della propria autostima.
Inoltre, la compagnia dell’animale può aiutare il piccolo a potenziare le proprie competenze linguistiche, tramite l’esercizio di un dialogo quotidiano.
La vicinanza con il proprio animale domestico, poi, si rivela utilissima per aiutare il bambino a ridurre ansia e stress, poiché il piccolo trova nel proprio amico peloso un appoggio emotivo spassionato e senza eguali.
La presenza di un animale in casa, inoltre, rende più semplice al genitore aiutare il bambino a comprendere il ciclo della vita, e a gestire la gioia della nascita e il dolore della morte.
Tra gli altri animali domestici, il cane è quello che si adegua meglio alla convivenza con un bambino, verso il quale manifesta tantissimo affetto. I genitori devono però sempre vigilare sulla vicinanza tra animale e bambino. Quest’ultimo, infatti, con l’intenzione di giocare potrebbe strapazzare troppo l’animale infastidendolo e rischiando una brutta reazione.
Anche il gatto è un ottimo compagno per il bambino. Per la sua natura più scontrosa e autonoma rispetto a quella del cane, infatti, il gatto permette al piccolo di esercitare l’arte della pazienza e di imparare a rispettare i tempi del prossimo e soprattutto il suo bisogno di indipendenza.
Tra i punti cardine di un buon addestramento del proprio amico a quattro zampe, l’allenamento al rifiuto di un’esca avvelenata è fondamentale per permettere al cane di salvarsi la vita.
Purtroppo, infatti, non sono rari i malintenzionati che mettono in pratica questi atteggiamenti al fine di sbarazzarsi degli animali che gli causano fastidio – in modo particolare i cani da guardia – attirandoli con bocconcini o polpette piene di veleno.
Affinché l’addestramento del cane al rifiuto di un’esca avvelenata ottenga i risultati sperati, occorre seguire alcune regole fondamentali. Vediamole insieme.
Innanzitutto, bisogna cominciare con l’abituare il cane ad assumere cibo soltanto in determinati orari, e mai fuori pasto, addestrandolo a prenderlo sempre dalla stessa ciotola, possibilmente collocata sempre nello stesso posto. Anche durante la fase di addestramento, che prevede cibi-premio per l’animale, sarebbe meglio utilizzare sempre la ciotola, evitando il più possibile di porgere il cibo al cane con le proprie mani.
Per far sì che il cane non senta lo stimolo della fame in orari diversi da quelli stabiliti, è quindi importante che la quantità di cibo somministrato sia sempre sufficiente a saziarlo.
Una buona norma è anche quella di non dare mai da mangiare al proprio cane mentre si siede a tavola, per fargli capire che deve starsene buono al proprio posto, e vietare ad amici e parenti di offrirgli del cibo dalle proprie mani, negli orari dei pasti come al di fuori.
Fondamentale, quindi, è impedire al cane di raccogliere cibo da terra durante le passeggiate.
Fatte proprie queste sane abitudine, il cane sarà quindi pronto per essere addestrato al rifiuto di un’esca avvelenata. Per recepire correttamente l’insegnamento, l’animale deve avere almeno 8 mesi di vita.
Una tecnica di addestramento molto efficace consiste nel fare in modo che il cane associ il fatto di mangiare il cibo raccolto da terra a qualcosa di disgustoso. Per far sì che questo accada, bisogna ricorrere all’aiuto di una persona che il cane non conosce, che dovrà lanciargli dei bocconi dal sapore cattivo, che il cane quindi tenderà a rifiutare sputandoli.
Altri metodi, poi, prevedono il ricorso a rumori forti e fastidiosi da provocare quando il cane si avvicina all’esca. L’obiettivo è sempre quello rendere spiacevole il momento in cui il cane decide di avvicinarsi all'esca.
Evento piuttosto frequente anche nel mondo felino, la coprostasi, ovvero la stitichezza, si manifesta nel gatto con la difficoltà dell’animale nell’andare di corpo.
Solitamente l’attività intestinale dei gatti è abbastanza regolare, e un micio defeca da una a due volte al giorno. In caso di stitichezza lieve si può intervenire sull’alimentazione del gatto, somministrandogli per un paio di giorni alimenti liquidi, oppure ad alto contenuto di fibre. Un altro accorgimento potrebbe essere quello di ammorbidire il cibo con dell’olio d’oliva o di vaselina, prestando però molta attenzione a non somministrare l’olio direttamente in bocca al gatto, perché potrebbe andargli di traverso provocando gravi problemi come la broncopolmonite ab ingestis.
Problemi di stitichezza seri possono insorgere per esempio a causa dell’ingestione da parte del gatto di grumi di peli proprio nel corso delle operazioni di pulizia quotidiane, oppure di altri oggetti come mucchietti di lana, fili o palline trovati in giro, che possono ostacolare la defecazione. Questi inconvenienti possono essere risolti somministrando al gatto prodotti specifici che lo aiutino a espellere il pelo ingerito.
Nei casi di stitichezza più gravi, l’eccessiva costipazione può addirittura causare un’occlusione intestinale. Quest’ultima, oltre che dall’ingestione di peli o altri corpi estranei, può derivare anche dalla presenza di parassiti o da feci troppo solide e disidratate.
La stitichezza, però, può anche essere sintomo di disfunzioni o patologie più o meno importanti, per esempio vecchie fratture del bacino responsabili del restringimento del canale osso da cui passa il retto, obesità, diabete mellito, ipertiroidismo, ernie, problemi al colon e addirittura tumori intestinali.
Il gatto che soffre di stitichezza spesso appare apatico, inappetente e nervoso a causa dei dolori addominali; inoltre, può manifestare più sete del normale ed essere soggetto a stimoli di vomito.
Si rivela quindi necessario l’intervento del veterinario, che sarà in grado di stabilire il da farsi. Nei casi più complicati si può arrivare addirittura all’intervento chirurgico.
Concepiti entrambi come strumenti per tenere il cane sotto controllo durante le passeggiate, sia il collare sia la pettorina consentono al padrone di proteggere il proprio amico a quattro zampe dalle insidie della strada.
Ma quali sono le caratteristiche dell’uno e dell’altra, e quale tra i due è meglio scegliere per il proprio cane?
Partiamo dal collare. Più diffuso rispetto alla pettorina, il collare per cani è disponibile in diversi modelli e materiali più o meno costosi, come per esempio il cuoio, il nylon oppure l’acciaio. Le tipologie più comuni sono il classico collare di base, il collare semistrangolo, il collare a strozzo e quello a punte. A prescindere dal modello, comunque, i collari vengono oggi considerati dannosi, poiché tirando il collo del cane possono provocare dei danni fisici al collo ed alla colonna vertebrale. Sconsigliati sono invece i collari a strangolo o a strozzo.
Se usati con criterio, però, i collari classici presentano evidenti vantaggi, come per esempio la facilità e comodità di utilizzo e la possibilità da parte del padrone di esercitare un maggior controllo sui movimenti del cane, consentendogli di allontanarlo con rapidità da eventuali pericoli. Come già accennato, un collare troppo stretto potrebbe causare fastidi al collo del cane; viceversa, però, un collare non stretto a sufficienza potrebbe sfilarsi con troppa facilità permettendo al cane di scappare.
Di uso più recente rispetto al collare, la pettorina per cani è considerata uno strumento meno dannoso per gli amici a quattro zampe. Meno pratica da utilizzare, la pettorina può essere ad H, a X o a Y. Specialmente il modello ad H, non esercitando alcuna pressione sul collo del cane, consente all’animale grande libertà di movimento. Di contro, l’applicazione della pettorina può risultare alquanto impegnativa, e alcuni cani potrebbero mal sopportarne l’ingombro.
Tornando alla scelta tra collare e pettorina, dunque, non vi è una risposta univoca. Più che dalle caratteristiche dei singoli strumenti la scelta di uno o dell'altro dipende dall'uso che se ne fa, dal carattere e dalla postura del cane poiché entrambi presentano sia vantaggi che svantaggi.
Presso i punti vendita ZooService di Palermo e Trapani troverete una vasta gamma di prodotti per il cane ed uno staff qualificato sempre pronto a consigliarvi la scelta migliore per il benessere del vostro amico a quattro zampe. Inoltre, ogni prodotto in vendita da Zoo Service è stato selezionato con estrema cura ed attenzione per garantire la massima qualità ed il miglior rapporto qualità-prezzo.
Il gioco per il cane è molto importante. Non si tratta soltanto di un momento di svago, ma di una vera e propria palestra di vita. Lo sviluppo psicofisico del cane e il mantenimento del suo benessere passano proprio attraverso il gioco.
Giocando un cane impara a entrare in relazione con ciò che lo circonda, fa amicizia con gli altri animali e con l'uomo, apprende comportamenti di diverso tipo.
Il gioco ha una fortissima valenza educativa. Tramite il gioco il cane potrà imparare a stare insieme agli altri e a controllare da sé gli stati di eccessiva eccitazione. Un padrone che gioca con costanza col proprio cane potrà godere di una relazione solida e gioiosa col suo animale. Gioco ed educazione vanno di pari passo. Ciò accade perché ogni gioco ha le sue regole. Il cane deve impararle per poter partecipare.
Un cane gioca con tantissime cose e anche - se può - con i suoi simili. Esiste un codice di comunicazione tra i cani per cui durante il gioco vengono concessi tanti tipi di comportamento, anche di finta aggressione. Gli animali che giocano tra loro sanno benissimo che si tratta soltanto di una 'recita' e continuano a divertirsi. In questa maniera vengono sperimentati diversi comportamenti in un contesto sicuro e protetto come quello del gioco.
I cuccioli giocano in maniera più sfrenata rispetto ai cani adulti. Attraverso il gioco, specie con le loro mamme, potranno impararne le regole e riuscire ad autogestirsi. Le mamme infatti svolgono un ruolo principale nelle prime settimane di vita, fungendo da insegnante, fanno capire cosa va fatto e cosa no. I cani comunque non smettono mai di giocare, anche quando sono molto adulti. Questo dipende soprattutto dal carattere del cane, ma un cane abituato a costanti stimoli e giochi non smetterà mai di giocare.
Il gioco è inoltre un indicatore di benessere del cane, quando un cane si ammala o è stressato, uno dei primi comportamenti a sparire è proprio il gioco. Non resta quindi che ritagliarci del tempo dalla routine quotidiana, prendere una palla e scendere giù in giardino.
Uno dei primi problemi che si riscontra quando si porta un cucciolo in casa è proprio quello dei bisognini. Sebbene ci siano in commercio vari strumenti molto utili, come la traversina, il problema è far capire al cane come utilizzarli.
La traversina è un telo di plastica e carta assorbente di diverse dimensioni che va posizionato sul pavimento dove il cane potrà fare i suoi bisogni. Si utilizza soprattutto per i cuccioli che non possono ancora andare a fare la pipì fuori casa o per i cani più adulti che ancora non hanno imparato ad aspettare la passeggiata all'esterno.
Insegnare ai cuccioli a fare i propri bisognini sulla traversina non è sempre semplice. Ecco quindi alcuni consigli utilissimi per fare in modo che il vostro cane impari a usarla.
Le traversine vanno poste in luoghi riservati della casa di modo che l'animale possa avere un po' di privacy. Un luogo molto frequentato potrebbe disturbarlo. Non ponetele mai vicino alla loro cuccia o al luogo in cui mangiano.
Anche se potrebbe sembrare strano, quest'ultimo potrebbe rivelarsi un buon metodo. Bagnare la traversina con la pipì del cucciolo stesso potrebbe creare una sorta di richiamo olfattivo per cui l'animale potrebbe comprendere che quello è il luogo in cui fare i suoi bisognini.
Il cane fa la pipì sulla traversina in virtù della sua morbidezza. Per questo motivo potrebbe confondere i tappeti di casa per traversine. Togliete tutti i tappeti per permettergli di imparare più agevolmente.
Se il vostro cucciolo sbaglia e fa la pipì fuori dalla traversina non lo punite assolutamente con percosse né con urla che lo spaventerebbero solamente. Un secco 'No' pronunciato con autorità e rivolto all'animale proprio mentre sta compiendo l'azione sbagliata può essere molto utile.
Se invece il vostro cane fa i suoi bisognini proprio sulla traversina, premiatelo con parole dolci, coccole e qualche goloso snack.
È una domanda intorno alla quale è presente molta confusione: ogni quanto bisogna lavare il cane? A tal proposito circolano molte teorie, alcune contrastanti tra loro.
In ogni caso, bisogna tenere in considerazione il fatto che, se il cane verrà lavato troppo di frequente, potrebbe andare incontro alla perdita di quello strato lipidico protettivo prodotto naturalmente dalle ghiandole sebacee della sua pelle; questo lo esporrebbe a dermatiti e infezioni della cute.
In realtà dunque non esiste una regola fissa per la pulizia del cane. La periodicità con cui lavare il nostro amico a quattro zampe dipende da diversi fattori.
Se avete un cucciolo, la prima cosa da fare quando lo portate a casa non è il bagno. Fino al quarto mese di vita evitate di lavarlo. A causa di difese immunitarie non del tutto sviluppate, il nostro amico a quattro zampe potrebbe incorrere in problemi per la sua salute. Nel caso in cui non possiate proprio farne a meno a causa di uno sporco eccessivo, usate uno shampoo a secco.
Se un animale vive in casa non sarà necessario un bagno troppo frequente. L'appartamento è un luogo pulito. La frequenza di lavaggio potrebbe aggirarsi intorno a una volta ogni due o tre mesi. Diverso è il caso di un cane che vive in giardino. La pulizia in questo caso può essere eseguita una volta al mese.
Per i cani a pelo lungo la frequenza del bagnetto, a seconda dei casi, è di una volta al mese. Per quelli col pelo di lunghezza media, la frequenza si aggira intorno a una volta ogni mese e mezzo. Se il vostro cane ha invece il pelo corto, la frequenza di lavaggio si riduce a una volta ogni due mesi circa.
Presso alcuni punti vendita Zoo Service è possibile prendersi cura a 360° del proprio cane o gatto grazie al servizio di lavaggio self service per cani o gatti, con shower dog e toelettatura. Una scelta comoda e sicura che consente di risparmiare denaro senza creare disastri in casa.
Il servizio è disponibile presso Zoo Service di via Ugo La Malfa e Zoo Service di Carini, in via Ciachea.
“Qui gatta ci cova”, recita un noto proverbio. Ma quali sono gli indizi che ci fanno capire che il nostro amato felino ha qualcosa di insolito e probabilmente si prepara a dare alla luce dei piccoli micetti?
Come si manifesta la gravidanza nei gatti, quanto tempo dura e come occorre gestirla?
Il periodo di gestazione di un gatto dura circa nove settimane, ma in alcune razze può protrarsi anche qualche giorno in più. In questo arco di tempo gli esperti distinguono diverse fasi, facendo coincidere l’inizio della gestazione con il momento in cui la gatta va in calore. In questa fase la gatta dà segni di insofferenza e agitazione, miagola frequentemente e manifesta con insistenza il desiderio di uscire fuori.
A concepimento compiuto tali comportamenti cessano e ha inizio la fase della gravidanza vera e propria, che dura circa due settimane ed è caratterizzata da inappetenza, senso di nausea e a volte anche vomito e temperatura corporea più bassa di circa due gradi rispetto a quella normale di 38,9 °C.
Raggiunto il primo mese di gestazione, la pancia della gatta appare molto pronunciata, e i cuccioli sono perfettamente individuabili attraverso un’ecografia. Intorno al cinquantesimo giorno anche le mammelle della gatta appariranno più piene, e la micia, stanca e affaticata, tenderà a dormire di più e a ridurre al minimo i movimenti. Verso il sessantesimo/settantesimo giorno, ovvero nella parte finale della gestazione, hanno inizio le perdite vaginali che conducono al parto.
Solitamente ci si riesce ad accorgere che una gatta è in dolce attesa solo quando la gravidanza ha già raggiunto uno stadio avanzato. Fare attenzione ad alcuni segnali rivelatori come l’inappetenza, l’irrequietezza, l’eccessivo miagolio e la tendenza a lavarsi più del normale le parti intime possono però aiutare a rendersene conto già nelle fasi iniziali.
È quindi bene portare subito la gatta dal veterinario, che saprà indicare il modo migliore per aiutare la micia durante tutto il periodo. La gravidanza nei gatti indica anche un maggiore bisogno di cure e attenzioni. È quindi opportuno manifestarle il proprio affetto coccolandola, aiutandola nell’igiene quotidiana, e predisponendo una comoda cuccia dove la micia potrà sentirsi comoda e a proprio agio e che sarà anche il posto perfetto dove farla partorire. Inoltre, è importante far seguire alla gatta un’alimentazione adeguata al suo stato, che le fornisca un apporto calorico corretto per il sano sviluppo dei cuccioli.
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