News dal mondo animale: tra curiosità e consigli utili, manteniamo alto il livello di pucciosità!
Tenere in casa i canarini significa considerare le loro necessità e pensare al loro benessere, a partire quindi dalla scelta delle gabbie. È importante scegliere una gabbia che rispetti le loro esigenze di spazio.
Vivere in una gabbia per un canarino è sempre una costrizione, per questo motivo è giusto scegliere un modello che renda loro la vita più “comoda” e senza stress.
Dimensioni, accessori e pulizia sono le tre parole chiave.
Le dimensioni della gabbia dovranno essere adatte all’apertura alare degli uccelli e al numero: ospitare più canarini nella stessa gabbia, significherà necessariamente sceglierne una più grande. Lo spazio a disposizione è fondamentale per preservare il loro benessere. Ma non solo, è importante che la gabbia abbia precise caratteristiche: deve essere rettangolare o quadrata (le forme squadrate danno sicurezza agli uccelli) e le sbarre devono essere ben distanziate tra loro per evitare che il canarino rimanga incastrato.
Importanti anche gli accessori. Occorre infatti posizionare dei posatoi (su piani sfalsati) per consentire ai canarini di sistemarsi e un’altalena per garantire loro il divertimento. Naturalmente, immancabili le mangiatoie (ancora meglio se esterne) e una vaschetta d’acqua.
Garantire una pulizia quotidiana è essenziale, per questo sul fondo va inserito un giornale o un cassettino estraibile con le sabbie adatte. Sarà utile anche un contenitore con acqua per il bagno dei canarini.
Ecco quindi tre elementi indispensabili per rendere piacevole la vita “domestica” dei canarini. Infine, da non dimenticare, anche l’esposizione della gabbia gioca un importante ruolo: privarli di un normale ciclo di luce sognale rischia di alterare in modo profondo la qualità della loro vita. Per questo è necessario posizionare la gabbia in un punto molto soleggiato e privo di luci notturne.
Nei punti vendita di Zoo Service è possibile trovare ampia scelta di gabbie per canarini, e grazie ai consigli degli esperti scegliere quella più adatta alle singole esigenze.
Come proteggere i mobili dal proprio gatto? La soluzione c’è: un tiragraffi. Si sa, i gatti amano arrampicarsi e hanno costante bisogno di “farsi le unghie”. Per questo motivo avere un tiragraffi in casa è un’ottima idea per evitare che i mobili diventino il loro gioco preferito.
Come scegliere il tiragraffi giusto? Per scegliere quello che sarà l’angolo di paradiso del proprio gatto, il posto dove andrà a rilassarsi o a rintanarsi, è importante badare a tre cose: l’altezza del tiragraffi, il luogo in cui è posizionato, la stabilità del gioco.
Più alto è meglio è: l’altezza è una caratteristica fondamentale per il tiragraffi del gatto. Deve svilupparsi in verticale e essere abbastanza alto da poter dare al gatto una visione di insieme della stanza in cui è. Ai gatti piace il “dominio” sul territorio, per cui un tiragraffi alto sarà il loro trono oltre un gioco.
Un luogo privilegiato: per lo stesso motivo spiegato sopra, per il gatto a cui piace il controllo è bene scegliere un luogo adatto al tiragraffi, dove potersi rilassare ma anche controllare ogni movimento circostante. Oltre questo, il luogo è importante anche perché quello sarà lo spazio in cui rilassarsi e rifarsi le unghie appena svegli. Altra zona strategica dove posizionare il gioco è vicino porte e finestre dove il micio può osservare anche fuori.
Sicurezza e stabilità: per garantire al gatto un momento di relax e di gioco, il tiragraffi deve avere una struttura stabile e sicura. Una struttura traballante e poco ferma, sarà solo un motivo in più per ritornare ai vecchi cari mobili o al divano più vicino per rifarsi le unghie.
In sintesi, scegliere un buon tiragraffi è semplice, basta seguire poche regole in base allo spazio in casa e alle abitudini del proprio gatto. Se all’inizio sarà indifferente, piano piano ne sarà incuriosito e poi prenderà sempre più confidenza, fino a diventare il suo posto più tranquillo.
Mantenere pulito l’acquario è il primo passo per garantire un ambiente salutare per i pesci, dai più comuni pesci rossi ai più ricercati pesci tropicali.
Per la manutenzione dell’acquario occorrono sia il personale impegno sia alcuni macchinari da mettere direttamente dentro l’acquario per controllare lo stato dell’acqua, la torbidità, la temperatura e tante altre caratteristiche.
Possiamo suddividere tutte le operazioni di manutenzione dell’acquario in base alla frequenza che richiedono.
Manutenzione dell’acquario quotidiana: prima di tutto si dovrà verificare giornalmente il corretto funzionamento delle apparecchiature. Tra queste verifiche rientrano quella del filtro, che deve essere sempre libero e non ostruito; la luce, che non deve presentare sfarfallii; il riscaldatore, per mantenere l’acqua alla temperatura ideale.
Se l’acquario non ha un timer per l’accensione della luce, bisogna ricordarsi di accenderla ogni giorno: pesci e piante hanno bisogno di almeno 8 ore di luce quotidiana. Ultimo lavoro quotidiano: controllare l’eventuale presenza di pesci morti e rimuoverli immediatamente.
Manutenzione dell’acquario settimanale: ogni sette/dieci giorni è bene eseguire un test di controllo dell’acqua per quanto riguarda pH, presenza di nitriti e nitrati e durezza.
Questi test si effettuano utilizzando degli speciali reagenti in vendita nei negozi di animali specializzati anche in cura dei pesci, come Zoo Service.
È previsto anche un parziale ricambio dell’acqua, e la pulizia dei vetri, che potrebbero essere sporchi di alghe.
Manutenzione dell’acquario mensile: alcune operazioni vanno eseguite una sola volta al mese, ma è importante non dimenticarsene per non far deteriorare alcune apparecchiature inserite all’interno dell’acquario.
Tra queste rientra il controllo e la sostituzione degli inserti del filtro e un accurato check delle tubazioni e degli schiumatoi.
Per tutti i prodotti e i reagenti che si usano per pulire l’acquario, bisogna controllare spesso la data di scadenza, oltre a danneggiare l’acquario, potrebbero verificarsi valori errati per via di reagenti scaduti.
Amare il proprio animale domestico significa anche sentire il bisogno di dargli da mangiare cibi di qualità. Dunque, qual è il modo migliore per capire se effettivamente le crocchette o le scatolette che stiamo acquistando rispondono a questa necessità?
La risposta può apparentemente sembrare semplice: leggere le etichette nutrizionali. Apparentemente, appunto, perché non sono le stesse di quelle per il cibo umano, dunque senza informazioni può essere difficile capire se un prodotto è migliore di un altro.
Per fortuna basta imparare alcuni piccoli trucchi per decifrare le etichette e scoprire se il cibo è davvero di qualità. Il primo trucco riguarda la posizione degli ingredienti.
Quelli elencati per primi sono quelli presenti in maggiori quantità nella pappa e devono essere carni: manzo, agnello, maiale, pollo. In alternativa possono essere pesci come salmone o tonno.
A proposito di questo, attenzione alle sigle generiche come “carne” “origine animale” o “pollame”: non sono mai sinonimo di qualità. Le carni usate devono essere identificate, altrimenti si rischia di dare al cane o al gatto pasti a base di scarti.
Dopo le carni o i pesci, può comparire un tipo di farina di carni (farina di pollo o di tacchino): si tratta di una fonte proteica che serve per tenere insieme le carni e contiene molte proteine. In terza e quarta posizione, invece, dovrebbero esserci delle verdure.
In generale, più è corta una lista di ingredienti, più si va sul sicuro: gli alimenti con una lista lunga possono comprendere allergeni o ingredienti potenzialmente dannosi.
Ottimi i cibi con zero o pochi carboidrati: cereali, mail, farina e soia possono essere contenuti nei cibi ma non devono mai essere gli ingredienti principali, perché cani e gatti non ne hanno bisogno.
Zoo Service propone un'ampia gamma di prodotti di qualità, con tante proteine e pochi ingredienti aggiuntivi. In caso di dubbi, sarà il personale a fornire consigli sulla pappa più adatta al cane e al gatto.
Che Fido sia entrato da poco in casa o che sia un compagno di vecchia data, poco importa: ci si ritroverà al punto di chiedersi se è possibile fargli il bagno in inverno. La risposta è sì e non importa se il cane è di grossa, media o piccola taglia: l'importante è sapere come fare.
In primis, bisogna sapere che durante l'inverno occorre indiscutibilmente lavarlo all'interno. Come gli esseri umani, infatti, i cani possono soffrire di ipotermia, quindi è fondamentale lavare il cane solo in condizioni adeguate.
Una volta portato Fido nella stanza in cui si farà il bagnetto, si deve controllare la temperatura dell'aria: l'ambiente deve essere caldo prima, durante e dopo il bagno, così come deve essere calda la temperatura dell'acqua. D'estate sicuramente il cane si diverte a sguazzare in quella fredda, ma durante l'inverno è pericoloso dargli questa possibilità.
Per lavare il cane in inverno è consigliabile distanziare i lavaggi tra loro e soprattutto fare dei bagnetti veloci. Poi, occorre tenere degli asciugamani spessi a portata di mano: dopo il bagno bisogna attendere che Fido si scuota per eliminare l'acqua in eccesso presente sul pelo e subito dopo usare gli asciugamani per assorbire l'acqua rimanente. Una volta fatto, il phon farà il resto.
In linea di massima fare il bagno al cane in inverno non è difficile, ma possono esserci alcune controindicazioni: se Fido non viene asciugato bene sentirà parecchio freddo durante le sue passeggiate e potrà ammalarsi. Per questo è consigliato lavare il cane in una giornata soleggiata e di mattina, in questo modo il cane avrà tutto il tempo per asciugarsi bene prima che cali la sera.
Lavaggi self service autorizzati, come quelli di Zoo Service, mettono a disposizione vasche e attrezzature di alta qualità, evitando in questo modo creare disordine in casa.
Il lavaggio self-service permette inoltre di non lasciare Fido nelle mani di estranei e dunque di non farlo spaventare. In più, all'interno di Zoo Service si possono acquistare prodotti lavaggio di qualità, che si possono portare anche ai lavaggi seguenti.
Anche se indiscutibilmente il carattere del gatto è strettamente legato al suo background e alle sue abitudini, pare che anche il colore del pelo abbia la propria influenza.
Tra la melanina e la dopamina nel gatto ci sarebbe infatti un legame diretto: le molecole biologiche che stabiliscono la pigmentazione influenzerebbero il neurotrasmettitore e viceversa, dando vita a un tipo di personalità piuttosto che un'altra. Ma vediamo tutti i tipi di carattere.
Pare che i gatti grigi discendano tutti da un piccolo gruppo di gatti selvatici africani che pur essendo stati addomesticati circa 10.000 anni fa hanno mantenuto un carattere indipendente. Si tratta di gatti abbastanza solitari, con la la tendenza a giocare in modo aggressivo.
La maggior parte dei gatti bianchi hanno un alto rischio di sordità congenita. Addirittura quelli con gli occhi azzurri nascono sordi. In genere hanno disturbi della vista e della pelle. Per queste ragioni sono generalmente molto timidi e tendono a seguire il padrone dappertutto.
I gatti neri hanno tratti genetici simili a quelli grigi: sono indipendenti e selvaggi e possono essere imprevedibili. Alternano momenti di grande dolcezza a momenti di solitudine. Hanno la tendenza a girovagare e uno spiccato spirito d'esplorazione.
I gatti arancioni sono solitamente maschi. Per uno strano scherzo della genetica, le femmine sono presenti con un rapporto di 1 su 5. Tendono a essere particolarmente espressivi, miagolano e chiedono coccole in maniera molto frequente. Hanno un'indole dolce e molto tenera.
I gatti bicolori sono abbastanza intraprendenti e intelligenti. Hanno una spiccata attitudine alla caccia e non sono tra i più affettuosi. Nonostante questo, riconoscono gli amici umani e stringono con loro un legame unico e fedele, che difenderanno sempre, anche manifestando gelosia.
In generale i gatti tricolori o tartarugati sono molto espressivi e assertivi. Miagolano molto, tendono a essere affettuosi e a stringere un legame particolare con uno dei membri della famiglia, legandosi non in modo esclusivo ma sicuramente molto stretto.
Le analisi su manto e carattere sono state svolte da diversi esperti e sono state per lo più basate sull'osservazione e sul rilevamento di tratti comuni su gruppi di gatti dello stesso colore.
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